Dell’Himalaya al Nanga Parbat, chi era “Cala” Cimenti l’alpinista morto sotto una valanga
È morto tra le sue montagne Carlalberto Cimenti detto “Cala”, il noto alpinista e sciatore piemontese travolto quest'oggi da una valanga a Sestriere, nel Torinese. Stava facendo un'escursione insieme all'amico e alpinista Patrick Negro, nella zona della Cima del Bosco e del Col Chalvet, al confine tra i comuni di Cesana e Sauze di Cesana, vicino al confine con la Francia, quando è stato sorpreso dalla valanga che non gli ha lasciato scampo.
La sfortunata missione del 2019 in Pakistan
Tra meno di una settimana, il 14 febbraio, giorno di San Valentino, "Cala" così come era conosciuto da tutti, avrebbe compiuto 46 anni, la maggior parte dei quali trascorse proprio sulle tanto amate montagne. Nell'ottobre del 2017 aveva raggiunto la cima del Dhaulagiri, a quota 8.156, scendendo con gli sci da 7000 metri in giù. Nel 2019 era arrivato in cima alla nona vetta più alta del mondo: il Nanga Parbat, in Pakistan, e sempre in Pakistan era scampato alla morte nel luglio del 2019 sul Gasherbrun VII: in quell'occasione il suo compagno di scalata e discesa, il medico Francesco Cassardo, era precipitato con gli sci era rimasto gravemente ferito e lui lo aveva salvato, prestandogli soccorso.
Il riconoscimento per aver raggiunto le cinque montagne più alte
Due anni fa aveva sposato la compagna e alpinista Erika Siffredi: la proposta di nozze era arrivata sempre in montagna, questa volta su quelle dell’Himalaya. Nel 2015 invece aveva ricevuto l'onorificenza Snowleopard, per aver raggiunto tutte e 5 le montagne più alte (oltre 7000 metri) delle catene montuose del Pamir e del Tien Shan e, discendendole con gli sci, diventando di fatto il primo italiano a ottenere questo tipo di riconoscimento.
Gli ultimi scatti social prima dell'incidente
Lo scorso marzo aveva fatto sapere di aver contratto il Coronavirus condividendo sui social la notizia: "La mia attenzione non è più al chilo o meno che ho preso per poter volare con quella vela o no – aveva scritto sui social – ma è fissa alle tacchette del termometro, a ogni respiro che non deve essere peggio di quello precedente. E così vado avanti, giorno dopo giorno. Il mio obiettivo ora non è arrivare in cima a una montagna, ma arrivare al giorno dopo nelle stesse condizioni attuali o, magari, anche un pochino meglio". L'ultimo post pubblicato su Facebook risale solo qualche ora fa quando aveva condiviso con i propri follower alcuni scatti effettuati a Prali: "Oggi mi sono dilettato in una nuova tipologia di selfie: i selfie in movimento , ispirato da uno scenario sempre magico, quello del fuoripista dei 13 laghi", le parole dello scialpinista. Poi l'incidente che lo ha portato via.