Dell’Utri interrogato a Beirut: resta in arresto in ospedale
A pochi giorni dalla sentenza della Corte di Cassazione, che ha confermato per Marcello Dell’Utri la condanna a sette anni per concorso esterno in associazione mafiosa, l’ex senatore di Forza Italia è stato interrogato negli uffici della Procura generale di Beirut nell’ambito delle procedure riguardanti la richiesta di estradizione. Dell’Utri, che è stato arrestato alcune settimane fa in Libano, è arrivato al palazzo di Giustizia dall'ospedale Al Hayat, dove è ricoverato in stato di detenzione. Dopo circa un'ora e mezza Dell’Utri è stato portato via ammanettato su un'ambulanza. È tornato agli arresti in ospedale. La procura generale registrerà le proprie valutazioni in un rapporto che sarà inviato al ministero della Giustizia. Quest’ultimo, assieme al primo ministro, prenderà la decisione finale. L’estradizione dovrà essere poi firmata dal presidente della Repubblica. In un colloquio con il quotidiano Repubblica, Dell’Utri ha detto di sentirsi un “prigioniero politico” e che se dovesse essere estradato chiederà i servizi sociali “come Berlusconi”.
Dichiarazioni, quelle dell’ex senatore detenuto in Libano, che sono state commentate dal procuratore capo di Palermo, Francesco Messineo: “La sentenza definitiva che ha condannato il senatore Marcello Dell'Utri a sette anni di carcere – ha detto il magistrato all'Adnkronos – non è affatto una sentenza politica. È una sentenza confermata nei vari gradi di giudizio, e per ultimo anche dalla Corte di Cassazione, e che riguarda i rapporti di un uomo con la criminalità organizzata. Si tratta di esternazioni comprensibili di chiunque venga condannato, ma non bisogna prestarvi attenzione”. Ha commentato invece altre dichiarazioni, quelle del ministro della Giustizia Andrea Orlando, Akram Azoury, avvocato libanese di Dell'Utri. Secondo il legale, quelle del Guardasigilli sono frasi “non compatibili con le regole delle relazioni tra due Paesi”: l’avvocato ha accusato Orlando di fare pressioni sulla giustizia libanese perché conceda l'estradizione.