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Delitto Trifone e Teresa: i messaggi sospetti dal falso profilo Facebook di Ruotolo

Secondo quanto trapelato, l’indagato per l’omicidio dei due fidanzati uccisi fa a Pordenone, avrebbe messo in guardia Teresa, sostenendo che il fidanzato, Trifone, aveva relazioni con altre donne.
A cura di B. C.
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Arrivano altri importanti novità sul delitto di Pordenone, l'omicidio dei due fidanzati, Trifone Ragone e Teresa Costanza, per il quale il principale sospettato dagli inquirenti è Giosuè Ruotolo, ex coinquilino e commilitone del ragazzo ucciso. Nel mirino degli inquirenti resterebbe il falso profilo Facebook usato dall’indagato per scrivere messaggi anonimi alla giovane, avvertendola delle presunta dissolutezze e infedeltà del fidanzato. Secondo quanto scrive il Gazzettino, l'avvocato Rigoni Stern ha però precisato che non si trattava di molestie ma "solo di uno scambio di messaggi con Teresa per avvertirla dell'atteggiamento libertino di Trifone", ovvero del fatto che il suo fidanzato potesse avere, appunto, delle relazioni con altre donne.

A proposito del finto profilo Facebook è stata sentita pure Rosaria Patrone, fidanzata di Ruotolo. Già ascoltata in qualità di testimone, la 24enne ora risulta accusata formalmente di favoreggiamento, istigazione e falsa testimonianza. La giovane è stata interrogata anche recentemente, ma si è avvalsa della facoltà di non rispondere, pur collaborando fornendo le password di accesso a tutti i profili Facebook. Gli inquirenti ritengono da tempo che la verità sui fatti di Pordenone vada cercata sempre proprio in quei supporti tecnologici utilizzati dagli indagati, dai pc ai cellulari. Peraltro, secondo Giallo, ora ci sarebbe anche una pesante accusa di un'amica di Rosaria: “Mi disse di non rivelare niente di quel profilo Facebook, non capivo perché e mi disse che non era importante”. Il legale della 24enne ha dichiarato al settimanale: “La mia assistita, semplicemente, non si ricordava di quel profilo”.

 Nel frattempo, le mamme dei due ragazzi uccisi lo scorso 17 marzo 2015 lanciano un messaggio disperato: “Qualcuno continua a fare del male a loro, anche da morti. La mattina in cui Rosaria Patrone è stata convocata per testimoniare in Procura, qualcuno ha danneggiato l'altare che avevamo fatto mettere in memoria dei nostri figli”.

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