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Delitto Sofia Stefani, la famiglia sui domiciliari per Giampiero Gualandi: “Perplessi, potrebbe rifarlo”

I genitori di Sofia Stefani, la vigilessa uccisa ad Anzola Emilia dall’ex comandante della polizia locale e amante Giampiero Gualandi, si sono detti “perplessi” dalla decisione del giudice di disporre i domiciliari per l’uomo, motivando la scelta con l’ipotesi di una “non pericolosità in contesto familiare” dovuta alla presunta “assenza di stress”.
A cura di Gabriella Mazzeo
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La famiglia di Sofia Stefani si è espressa sulla possibilità che Giampiero Gualandi, l’ex comandante della polizia locale accusato dell’omicidio ad Anzola Emilia della collega e amante Sofia Stefani, esca dal carcere per entrare agli arresti domiciliarie abbia la possibilità di trascorrere il Natale con la famiglia. I genitori della vittima, Angela e Bruno Stefani, sostengono che esista il pericolo di reiterazione del reato e si dichiarano "perplessi" da quanto deciso dal giudice.

L’avvocato dei genitori della vittima, Andrea Speranzoni, ha sottolineato che una motivazione che ipotizza la "non pericolosità" suscita diversi dubbi. "Leggere una motivazione simile che asserisce la non pericolosità per via dell'assenza di ‘pressione e stress’ in ambito domestico per Gualandi, mi lascia perplesso. Ho portato all’attenzione del gip argomenti e fatti che depongono per la sussistenza del pericolo di reiterazione del reato e per le altre esigenze cautelari, farò lo stesso mediante una memoria al Riesame".

Gualandi sosteneva infatti che il proiettile che ha ucciso Sofia fosse partito per sbaglio, ma l'autopsia sul corpo della giovane convinse la procura del contrario, esattamente come la perizia balistica. Anche un testimone aveva riferito di una telefonata preventiva di Sofia che avvisava Gualandi che lo avrebbe raggiunto presto in ufficio. Per questo motivo, nonostante la fedina penale pulita, fu disposto per lui il carcere. Il 63enne è incensurato, ma secondo quanto spiega il quotidiano La Stampa, sarebbe finito in un'inchiesta della Finanza per un illecito su un appalto, in una causa per mobbing e un processo per diffamazione partito da una denuncia del sindaco d'Anzola, che lo accusava di aver creato tre account Facebook falsi per infangare la sua immagine.

La procura ha già annunciato il ricorso contro la decisione del gip, secondo il quale il colpo di pistola sarebbe stato esploso perché "sopraffatto dallo stress dovuto alla decisione di interrompere la relazione extraconiugale con Sofia e al fatto che lei non lo accettasse". Per il momento però Gualandi resta in carcere e non è detto che esca prima del processo, perché manca il braccialetto elettronico e perché la procura si è opposta.

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