Delitto Roberta Ragusa, il marito rompe il silenzio: “La mia vita non è più una vita”
“Sono tornato a lavorare dove avrei dovuto restare, ma la mia vita non è più una vita”. A parlare, in esclusiva a Pomeriggio Cinque, è Antonio Logli, il marito di Roberta Ragusa, la donna scomparsa nella notte tra il 12 ed il 13 gennaio 2012. L’uomo è stato condannato in primo grado a 20 anni di carcere e in attesa del processo di appello, lo scorso 9 gennaio è tornato a lavoro nei vigili urbani del Comune di San Giuliano Terme dopo aver vinto la causa intentata contro l'Amministrazione comunale per una selezione dichiarata illegittima. Si tratta di un posto che non comporta un contatto con il pubblico, e per cui ha anche rinunciato a 8 mila euro che il Comune era stato condannato a pagargli. Intercettato dalle telecamere della trasmissione di Barbara D’urso, proprio all'uscita dall'ufficio l'uomo aggiunge laconico: "A lavoro va tutto bene. L'appello? Verrò assolto".
Pomeriggio 5 ha intervistato anche l'avvocato, Linda Sozzi, che ha curato la causa civile di Logli, la quale ha parlato di una “vittoria meritata”. Antonio Logli “è tornato a fare un lavoro che gli spettava”, precisa il legale, “ora, dal punto di vista penale bisogna attendere che la giustizia faccia il suo corso”. Sozzi precisa che la causa contro il Comune non era legata a quella per la scomparsa della moglie. Se "non fosse stato indagato" per omicidio, Logli il contenzioso lo avrebbe vinto "molto prima", "è tornato nel posto che gli spetta" dice ancora l’avvocato.
Logli è accusato di omicidio volontario e distruzione del cadavere per il caso della scomparsa di Roberta Ragusa. Il 15 marzo tornerà davanti ai giudici al processo d'appello. Ha sempre respinto ogni addebito, ma da anni ha scelto la strada del silenzio rifiutando di sottoporsi a qualunque interrogatorio. Nelle prime settimane l'assenza della moglie fu vista come un allontanamento volontario, successivamente gli inquirenti hanno cominciato a sospettare di lui: Logli tenne nascosta una relazione extraconiugale e il litigio con la moglie, ma anche di avere ordinato all'amante (ora nuova compagna) di gettare nell’immondizia i cellulari coi quali si sentivano quotidianamente.