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L'omicidio Meredith Kercher

Delitto Meredith Kercher: Amanda Knox tornerà in Italia a 4 anni dall’assoluzione

Amanda Knox giovedì tornerà in Italia per partecipare – sabato – a uno degli incontri del festival della Giustizia penale dedicato agli errori giudiziari.
A cura di Davide Falcioni
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Amanda Knox giovedì tornerà in Italia per la prima volta dopo essere stata scarcerata, e poi assolta in via definitiva, dall'accusa di avere partecipato, a Perugia, all'omicidio di Meredith Kercher.  Stando a quanto appreso dall'ANSA la donna atterrerà a Milano e da lì raggiungerà Modena dove sabato prenderà parte a uno degli incontri del festival della Giustizia penale. Sarà accompagnata dalla madre, Edda Mellas, e dal fidanzato Cristhoper. Al momento non è previsto un suo ritorno a Perugia. L'evento è organizzato dalla Camera penale di Modena e da ‘Italy Innocence Project' sul tema dell'errore giudiziario. "Il processo penale mediatico" è il titolo del panel in cui interverrà Amanda Knox, che negli Stati Uniti è già stata protagonista di diverse iniziative promosse da Innocent project sul tema dell'errore giudiziario.

Knox è stata protagonista di una delle vicende giudiziarie più importanti degli ultimi anni, iniziata la notte del primo novembre del 2007 quando Meredith Kercher venne assassinata con una pugnalata al collo in una casa di Perugia presa in affitto insieme all'americana (entrambe erano in Italia per studiare) e due italiane. Amanda Knox e il suo fidanzato dell'epoca Raffaele Sollecito, dopo pochi giorni vennero accusati di essere gli autori del delitto.

Tratti in arresto il 6 novembre del 2007 vennero entrambi condannati in primo grado. Quattro anni dopo la sentenza di primo grado venne ribaltata dalla Corte d'Appello di Perugia che assolse Knox e Sollecito, liberando i due giovani dal carcere. Knox aveva fatto subito ritorno negli Usa insieme alla sua famiglia. L'assoluzione di Perugia venne tuttavia annullata dalla Cassazione con un nuovo processo di secondo grado, a Firenze per questioni procedurali, terminato con una condanna di Knox e Sollecito. Ma il 27 marzo del 2015 la Cassazione mise definitivamente fine al procedimento assolvendo i due "per non avere commesso il fatto".

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