Delitto Garlasco, indagato “il ragazzo del Dna”: è un amico del fratello di Chiara
Il lavoro della difesa di Alberto Stasi, il giovane condannato in via definitiva per l’omicidio di Chiara Poggi a Garlasco, ha spinto la procura di Pavia ad aprire una nuova inchiesta. La notizia è stata riportata dal Corriere della Sera, che nei giorni scorsi ha raccolto anche l’esposto della madre di Stasi spiegando i risultati della perizia della difesa. Secondo le fonti di stampa la procura ha indagato Andrea Sempio, un amico del fratello della vittima, all'epoca appena maggiorenne, le cui tracce di dna sarebbero state trovate sotto le unghie di Chiara Poggi. Si tratta di un atto dovuto l'esposto presentato dai legali di Alberto Stasi. La Procura di Milano ha intanto accettato la richiesta di revisione del processo sul delitto di Garlasco. L'istanza è “fondata”, ha detto il procuratore generale Roberto Alfonso, trasmettendo le carte alla Corte di appello di Brescia.
Non ci sarebbe solo la prova del dna – Le nuove analisi sono state condotte da un genetista su incarico dello studio legale Giarda, che si è affidato a una società di investigazioni di Milano. Il Corsera scrive che “non ci sarebbe soltanto la ‘prova' del dna, un elemento che la polizia giudiziaria, incaricata di approfondire gli accertamenti della società di investigazioni, dovrà ripetere”, a carico del nuovo indagato. Questa persona sarebbe stata già interrogata dai carabinieri due volte dopo il delitto, una prima volta pochi giorni dopo la morte di Chiara Poggi e l'altra l'anno successivo. Secondo fonti investigative, l'alibi allora fornito, considerato “solido”, presenterebbe anomalie e incongruenze. Il giovane amico del fratello di Chiara avrebbe poi lo stesso numero di scarpa dell’impronta rinvenuta sul pavimento di Garlasco e a quanto pare spesso girava in bici (due testimoni avevano notato all’esterno dell’abitazione della vittima proprio una bicicletta quella mattina).
Le parole del procuratore sul caso Garlasco – Ieri il procuratore di Pavia, Giorgio Reposo, aveva invitato alla cautela sull'apertura di una nuova inchiesta sull'omicidio di Garlaasco: “L'unica notizia che posso confermare – aveva detto – è che dalla procura generale di Milano è arrivata la busta con i documenti sul caso. Documentazione che adesso dovremo esaminare. Al momento, quindi, non siamo in grado di rispondere se verrà aperta o meno una nuova inchiesta. Solo dopo aver studiato con attenzione i documenti – aveva detto ancora – potremo fare una nostra valutazione, che trasmetteremo al gip. E soltanto a quel punto verrà presa la decisione se aprire o meno una nuova indagine. Sino a quel momento ogni ipotesi rischierebbe di risultare infondata”. Al momento, per il delitto di Chiara Poggi, è in carcere Alberto Stasi, all’epoca dei fatti fidanzato della vittima. Il 12 dicembre dello scorso anno la Cassazione ha confermato nei suoi confronti la condanna a 16 anni per omicidio, dopo una vicenda processuale durata 14 anni, nel corso della quale l’ex studente della Bocconi è stato anche due volte assolto. Nei giorni scorsi, il giovane ha scritto una lettera alla redazione de Le Iene per ribadire di non essere il colpevole.