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Omicidio Chiara Poggi: il delitto di Garlasco

Garlasco, concessa semilibertà ad Alberto Stasi. La mamma di Chiara Poggi: “Speriamo di non incontrarlo mai”

Alberto Stasi ha ottenuto la semilibertà. Lo ha deciso il Tribunale di Sorveglianza di Milano. Il 41enne, condannato in via definitiva nel 2015 a 16 anni per l’omicidio di Chiara Poggi avvenuto nel 2007 a Garlasco, potrà stare fuori dal carcere parte del giorno, non solo per lavorare ma anche per attività di reinserimento sociale. Dovrà tornare la sera a Bollate.
A cura di Eleonora Panseri
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Chiara Poggi e Alberto Stasi.
Chiara Poggi e Alberto Stasi.
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Alberto Stasi ha ottenuto la semilibertà. Lo ha deciso il Tribunale di Sorveglianza di Milano. Il 41enne, condannato in via definitiva nel 2015 a 16 anni per l'omicidio di Chiara Poggiavvenuto nel 2007 a Garlasco, potrà stare fuori dal carcere parte del giorno, non solo per lavorare ma anche per attività di reinserimento sociale.

Dovrà tornare la sera nel carcere di Bollate. I giudici hanno accolto la richiesta dei legali di Stasi di concedergli la semilibertà. La Procura Generale aveva dato parere negativo a causa di un'intervista rilasciata dal 41enne al programma ‘Le Iene‘ nei giorni scorsi.

A quanto si era appreso, l'intervista sarebbe stata registrata durante un permesso premio dal carcere di Bollate ma Stasi non avrebbe chiesto un'autorizzazione specifica per il colloquio mandato in onda in tv. Ricordiamo che Stasi, già da qualche tempo, lavora all'esterno del carcere come contabile. A breve dovrebbe finire di scontare la pena.

Il Direttore della Casa Circondariale di Bollate, Giorgio Leggieri, aveva replicato: "L'intervista che il detenuto ha rilasciato alla trasmissione Tv Le Iene, andata in onda il 30 marzo del 2025, è stata registrata durante il permesso premio in data 22 marzo 2025 e non si sono rilevate, pertanto, infrazioni alle prescrizioni".

Stasi ha mantenuto "toni pacati" nell'intervista e il su percorso è stato caratterizzato da un "rigoroso" e "costante" rispetto delle regole, scrive la giudice della Sorveglianza Maria Paola Caffarena nel provvedimento.

"Con riferimento ai rilievi del Procuratore Generale relativi all'intervista del 22.03.2025, rilasciata nel corso di un permesso premio, si osserva che li provvedimento concessivo del beneficio non imponeva al detenuto alcun divieto espresso di avere rapporti con i giornalisti", scrive la giudice.

"Si osserva quindi che, a prescindere da ogni diversa valutazione circa la possibilità da parte del permessante di intrattenere rapporti con la stampa, considerato li tenore pacato dell' intervista, ritiene il Collegio che tale comportamento, se valutato nel contesto di un percorso carcerario connotato dal rigoroso e costante rispetto delle regole, anche nel corso dei benefici penitenziari concessi (grazie ai quali già usufruisce di considerevoli spazi di libertà), non sia idoneo ad inficiare gli esiti della relazione di osservazione".

"Siamo contenti e soddisfatti della decisione del tribunale della libertà", ha fatto sapere il team difensivo dell'uomo.

"Ci tengo ad evidenziare, ed è la cosa a cui tengo di più, che il provvedimento affronta anche il tema dell'intervista, evidenziando quello che già il carcere aveva evidenziato, ossia che l'intervista non necessitava di alcuna autorizzazione e quindi non è stata violata alcuna prescrizione", ha detto l'avvocata Giada Bocellari commentando la notizia.

Ci sono anche "ulteriori due considerazioni aggiunte dai giudici: non ha alcun divieto di parlare coni giornalisti e quell'intervista aveva dei toni assolutamente pacati". "Mettiamo un punto – ha concluso la legale – anche su questa strumentalizzazione delle dichiarazioni del procuratore generale, che non erano propriamente quelle che sono uscite. Aveva tutti i requisiti per accedere alla semilibertà e quindi bene così".

"Inoltre, secondo il tribunale, nella stessa intervista Stasi mostra empatia nei confronti di Chiara Poggi e questo ha convinto il tribunale a non tenerne conto", ha concluso.

La notizia della concessione della semilibertà ad Alberto Stasi è arrivata a casa Poggi, a Garlasco, con il telegiornale regionale. La madre di Chiara, Rita Preda, ha rilasciato un breve commento all'Ansa: "L'abbiamo saputo poco fa. Proviamo solo, ancora una volta, tanta amarezza. Speriamo solo di non incontrarlo mai".

La semilibertà è regolamentata dall'articolo 48 dell'Ordinamento Penitenziario e consiste nella possibilità, data al condannato, di trascorrere parte del giorno fuori dall'istituto di pena, per partecipare ad attività lavorative, istruttive o comunque utili al reinserimento sociale, in base a un programma di trattamento, la cui responsabilità è affidata al direttore dell'istituto di pena.

Le indagini sul delitto di Garlasco sono state riaperte alcune settimane fa. All'inizio del mese di marzo è stato notificato un avviso di garanzia ad Andrea Sempio, un amico del fratello della vittima. L'uomo era già stato indagato, ma le accuse nei suoi confronti erano state archiviate: ora si indaga nuovamente per omicidio in concorso. 

Nei giorni scorsi si è svolta la prima udienza sull'incidente probatorio richiesto dalla Procura per eseguire nuovi accertamenti su oggetti che "non sono mai stati sottoposti ad analisi genetica o hanno fornito un esito dubbio o inconclusivo, potendo tuttavia ora essere utilmente sottoposti a indagine genetica alla luce dell'incremento della sensibilità analitica raggiunta dai più recenti kit commerciali di caratterizzazione del profilo di dna e della più evoluta strumentazione di laboratorio, non essendo poi, evidentemente, mai stati comparati con il dna dell'attuale indagato".

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