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Omicidio Chiara Poggi: il delitto di Garlasco

Delitto di Garlasco, c’è un altro Dna sotto le unghie di Chiara Poggi: non è di Sempio né di Stasi

Il dna di Andrea Sempio trovato sotto le unghie di Chiara Poggi non deriverebbe dal pc di famiglia né da altri oggetti toccati all’interno della villetta di Garlasco. È quanto sostengono gli inquirenti che hanno riaperto le indagini sul 37enne, accusato di omicidio in concorso con ignoti o con Alberto Stasi. Trovato anche materiale di un “Ignoto 2” ancora non identificato.
A cura di Eleonora Panseri
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Chiara Poggi
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Il dna di Andrea Sempio trovato sotto le unghie di Chiara Poggi non deriverebbe dal pc di famiglia né da altri oggetti toccati all'interno della villetta di Garlasco dove nel 2007 venne uccisa la ragazza, all'epoca 26enne.

È quanto sostengono gli inquirenti della Procura di Pavia che hanno riaperto le indagini sul 37enne, oggi accusato di omicidio in concorso con ignoti o con Alberto Stasi, il fidanzato di Poggi condannato a 16 anni per il delitto.

Come riporta il Corriere della Sera, per gli investigatori il materiale genetico dell’allora 19enne, amico del fratello della vittima, non deriverebbe da "un contatto mediato da un oggetto toccato dalla vittima" ma da un’interazione con la ragazza poco prima del delitto.

Secondo quanto emerso dalla consulenza realizzata per la Procura da Carlo Previderé, genetista anche del caso di Yara Gambirasio, tra il materiale biologico raccolto dalle unghie della 26enne ci sarebbe il profilo di Sempio. Ma non solo: anche quello di un "Ignoto 2" non ancora identificato.

Mancherebbero invece quello dei genitori e del fratello di Chiara Poggi, che abitavano nella stessa casa e avrebbero dovuto lasciare su molti oggetti e in quantità maggiori i loro profili, e quello dello stesso Stasi, che era stato con la 26enne fino a tardi la notte prima del delitto.

Sono questi i dati che, secondo gli inquirenti, smentirebbero le tesi della difesa di Sempio, che sostiene il "contatto secondario" e la stessa ricostruzione della Procura di Pavia del 2017.

Il dna di Sempio non venne analizzato perché per la Procura non c’era possibilità di compararlo con quello raccolto dal genetista De Stefano poiché "esiguo" e "degradato". Oggi i magistrati, guidati dal procuratore Fabio Napoleone, vanno invece in una direzione opposta.

Nei prossimi giorni sono previste nuove audizioni di amici e parenti da parte dei carabinieri del Nucleo investigativo di Milano.

Il legale che assiste la famiglia Poggi, Gian Luigi Tizzoni, ha espresso perplessità sulla riapertura del caso: "È il settimo tentativo di Stasi, sono una quarantina i magistrati che se ne sono occupati e tutti hanno convenuto sulla certezza della sua responsabilità oltre ogni ragionevole dubbio".

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