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Il delitto di Cogne

Delitto di Cogne, il vicino di casa della Franzoni: “Ad Annamaria affiderei i miei figli”

Solidali i commenti dei vicini di Annamaria Franzoni, a Monteacuto Vallese, frazione di San Benedetto Val di Sambro a un’ora di auto da Bologna, dove la famiglia si è trasferita da Cogne. Di lei nessuna traccia ma i vicini dicono: “Lasciatela stare”. La mamma di Davide e Gioele è ora libera dopo aver scontato la pena per l’omicidio del figlioletto Samuele, avvenuto nel 2002.
A cura di Angela Marino
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"Ad Annamaria Franzoni affiderei i miei figli". Sono solidali i commenti dei vicini di Annamaria Franzoni, la mamma di Cogne che ha scontato gli anni di pena per l'omicidio del figlioletto Sameuele è che da diverse ore è nell'occhio del ciclone per il suo ritorno a casa. Nella villetta dei colli bolognesi dove la famiglia Lorenzi- Franzoni si è trasferita dopo i fatti, però, non c'è traccia di lei, anzi. Tutto tace in un irreale silenzio mentre i giornalisti si affacciano per intercettare un movimento, un segnale, una faccia. Non c'è nessuno, invece, nel verde di Monteacuto Vallese, frazione di San Benedetto Val di Sambro a un'ora di auto da Bologna, dove a sorvegliare la casa di Annamaria sono solo alcuni carabinieri impegnati, per lo più, a identificare i giornalisti.

"Abbiamo sempre creduto nella sua innocenza e continuiamo a crederlo", dice una donna, nel minimarket di Monteacuto. Un commento solidale, uno dei tanti, come quello del vicino di casa che spiega: "Io non sono un investigatore. Io guardo da fuori. Può essere stata lei o può non essere stata lei. Io non lo so, non lo posso sapere, sono uno che vive qua", dice. "Franzoni ha mai parlato con lei dell'omicidio?" gli chiedono. "Mai" taglia corto. "Però le ha detto che è innocente, gli viene chiesto: "Quello lo dice a tutti, credo".

E mentre lei si trincera in un sacrosanto silenzio, ha fatto il giro dei quotidiani la notizia, confermata dal Tribunale di Sorveglianza di Bologna, del suo ritorno a casa. Annamaria, che ora ha scontato integralmente la sua pena, già da tempo viveva semilibera grazie ai benefici conquistati con la buona condotta. Le era stato permesso di lavorare per una Coop e di vedere il marito e i due figli Davide e Gioele, molto spesso. Il suo ritorno in comunità, dunque, è solo formale. Nel suo periodo di detenzione la Franzoni si era distinta per il comportamento collaborativo e per il modo in cui, pur entro confini ristretti, riusciva a occuparsi dei figli Davide e Gioele, nato dopo l'omicidio di Samuele. Per loro era addirittura riuscita a organizzare una festa di compleanno dal carcere, mentre allo psicologo dell'ASl diceva: “Ce la metterò tutta per buttare il passato alle spalle e guardare avanti l'avvenire per il bene della mia famiglia e dei miei figli. Voglio evitare che subiscano e patiscano altri traumi”.

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