Delitto di Bolzano, chiesta la conferma dell’ergastolo per Benno Neumair: uccise i genitori Laura e Peter
La Procura della Corte d'Assise d'appello di Bolzano ha chiesto la conferma dell'ergastolo, inflitto in primo grado al 30enne Benno Neumair per il duplice omicidio e l'occultamento dei cadaveri dei genitori Laura Perselli e Peter Neumair, strangolati il 4 gennaio 2021 e gettati nel fiume Isarco.
Il primogenito della coppia era stato condannato lo scorso 19 novembre poiché riconosciuto capace di intendere e di volere. L'unico disturbo attribuitogli è stato quello narcisistico della personalità che però, secondo i magistrati, non avrebbe compromesso le sue capacità.
La conferma della pena è stata chiesta dalla procuratrice generale della Corte d'Appello Donatella Marchesini al termine dell'intervento della pubblica accusa. L'imputato oggi non si è presentato in aula, la sentenza è attesa nei prossimi giorni.
La richiesta di accesso a un programma di giustizia riparativa
L'imputato, attualmente detenuto in un carcere del veronese, all'inizio del processo d'appello tramite i suoi legali, Flavio Moccia e Angelo Polo, ha chiesto di accedere a un programma di giustizia riparativa da compiere insieme alla sorella Madé e alle zie.
I legali di parte civile hanno tuttavia ricordato che Benno "non si è mai pentito" e che non ha mai esaudito le richieste di verità della famiglia sull'omicidio dei genitori. Condizioni che secondo gli avvocati rendono il percorso impraticabile.
L'omicidio di Laura Perselli e Peter Neumair
Secondo quanto ricostruito dalle indagini degli inquirenti, Benno Neumair ha strangolato i suoi genitori, la 68enne Laura Perselli e il 63enne Peter Neumair, nella notte del 4 gennaio 2021 con un cordino da alpinista nella loro casa di proprietà a Bolzano, in via Castel Roncolo. Come già detto, dopo il duplice omicidio il giovane aveva gettato i corpi nelle acque del fiume Isarco. Il giorno successivo si era poi recato a denunciare la scomparsa della coppia.
Nonostante lui negasse qualsiasi coinvolgimento, il 18 gennaio Benno era stato iscritto nel registro degli indagati con le accuse di omicidio plurimo e occultamento di cadavere. Per oltre un mese il 30enne aveva negato qualunque tipo di responsabilità ma nella notte del 28 gennaio si era costituito. Il corpo della madre era stato rinvenuto pochi giorni dopo, il 6 febbraio, e a quel punto il figlio aveva confessato. I resti del padre, invece, saranno recuperati soltanto il 27 aprile.
Dalle indagini dei Carabinieri era emerso che Benno era da poco tornato a vivere con i genitori e che qualche mese prima aveva avuto un acuto episodio psichiatrico culminato in un ricovero coatto in Germania. La perizia psichiatrica eseguita sul ragazzo aveva fatto emergere una personalità strutturata esclusivamente sull’apparenza e un soggetto ampiamente egoriferito, per niente empatico, impulsivo, freddo e senza scrupoli nel raggiungimento dei suoi obiettivi.
Di conseguenza, l'azione omicidiaria avrebbe preso le mosse dal disturbo narcistico e dal disturbo antisociale di personalità, diagnosticatigli dai periti nominati dal giudice per le indagini preliminari. Per Benno, i suoi genitori rappresentavano degli ostacoli rispetto alle modalità con le quali aveva scelto di realizzarsi nella vita e il movente ricostruito dagli inquirenti sarebbe stato di natura economica.