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Delitto del trapano, presunto killer non si presenta all’interrogatorio: “Facoltà di non rispondere”

Ha deciso di non presentarsi davanti alla pubblico ministero Patrizia Petruzziello e di avvalersi della facoltà di non rispondere Fortunato Verduci, il carrozziere di 65 anni residente a Genova accusato di aver ucciso Luigia Borrelli il 5 settembre 1995. La donna assassinata 29 anni fa, infermiera di giorno e prostituta di notte, era stata trovata con un trapano conficcato nel collo.
A cura di Eleonora Panseri
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La vittima del delitto del trapano, Luigia Borrelli
La vittima del delitto del trapano, Luigia Borrelli

Ha deciso di non presentarsi davanti alla pubblico ministero Patrizia Petruzziello e di avvalersi della facoltà di non rispondere Fortunato Verduci, il carrozziere di 65 anni residente a Genova accusato di aver ucciso Luigia Borrelli il 5 settembre 1995.

La donna, infermiera di giorno e prostituta di notte, era stata assassinata 29 anni fa nel basso del centro storico del capoluogo ligure e trovata con un trapano conficcato nel collo. Il caso era rimasto irrisolto. Il 65enne indagato ha comunicato la decisione di non farsi interrogare dall'accusa tramite i suoi legali, gli avvocati Nicola Scodnik e Giovanni Ricco.

Non è ancora stato fissato l’incidente probatorio con il nuovo prelievo del Dna e la nuova comparazione. In quel caso, come prevede la legge, se Verduci non vorrà sottoporsi al prelievo tramite tampone, questo sarà eseguito in maniera “coattiva”.

Gli inquirenti sono arrivati al carrozziere grazie al Dna estratto da una macchia di sangue trovata sulla scena del crimine. La traccia era stata quindi comparata e risultata compatibile con il profilo di un lontano parente, recluso nel carcere di Brescia, grazie a nuove analisi effettuate con le recenti tecnologie.

Il codice genetico combaciava con quello dell'uomo che per l'accusa è l'assassino di Luigia Borrelli. La Procura aveva chiesto l'arresto di Verduci ma sia il giudice per le indagini preliminari che il tribunale del Riesame lo avevano negato pur confermando il quadro "granitico" degli indizi.

"Chiunque a oltre 30 anni dai fatti per cui si procede è, in astratto, una persona diversa e, quindi, devono sussistere elementi specifici assolutamente pregnanti e concreti per far sì che in un arco di tempo così ampio si mantenga attuale il pericolo di reiterazione del reato”, aveva spiegato il gip Alberto Lippini.

Secondo l'accusa il 65enne, ludopatico e pieno di debiti, avrebbe ucciso Luigia per rapinarla dopo averla picchiata brutalmente. Nei giorni scorsi, inoltre, la pubblico ministero che sta seguendo il caso del "delitto del trapano" ha ripreso in mano il fascicolo di un altro omicidio, quello della merciaia Anna Rossi Lamberti, uccisa l'8 aprile 1998 a Marassi.

E ha deciso di fare nuove analisi sul Dna raccolto sulla scena del crimine. La commerciante fu colpita con sei coltellate, dopo essere stata presa a pugni e colpita con un oggetto in testa.

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