Delitto Alice Neri, delusione dall’incidente probatorio: impronte digitali non utilizzabili
Si è concluso con un nulla di fatto l'udienza di oggi dell’incidente probatorio sul caso di Alice Neri in programma questa mattina presso il Tribunale di Modena. Dall'udienza, alla quale erano presenti i legali di tutti le parti coinvolte, vittime e indagati, infatti è emerso che nessuna delle impronte digitali trovate sul luogo del rinvenimento del cadavere della giovane mamma modenese è utile ai fini investigativi.
Troppo compromessa si è rivelata la scena del crimine, nelle campagne di Concordia, in provincia di Modena, dove il corpo di Alice Neri venne trovato senza vita e carbonizzato il 18 novembre scorso nel bagagliaio della sua auto. I risultati della perizia ordinata dalla Procura e discussi oggi davanti ai legali di parte, infatti hanno stabilito che le impronte digitali rilevate dalla scientifica su tutti i reperti rinvenuti sul posto non sono chiare.
Tre delle impronte refertate dagli inquirenti non sono risultate attribuibili a nessuno dei tre indagati, né a Nicholas Negrini e Marco Cuccui, marito e collega di Alice Neri, che però stanno uscendo dalle indagini dopo la richiesta di archiviazione nei loro confronti avanzata recentemente dalla stessa Procura di Modena, né a quello che ora è il principale indiziato del delitto di Alice Neri: Mohamed Gaaloul, l’unico finito in carcere. Le altre impronte invece sono state ritenute addirittura non refertabili.
L’indagine dattiloscopica, che serviva a identificare l’eventuale presenza di altri soggetti sulla scena del ritrovamento del corpo della vittima, quindi non ha dato nessuna svolta alle indagini. Maggiori sviluppi sulla vicenda processuale dunque potrebbero arrivare dalla prossima udienza dell'incidente probatorio in programma nei prossimi giorni, nella giornata di venerdì 7 luglio.
In quel caso infatti si discuterà delle più sostanziose tracce di dna rinvenute sui medesimi reperti recuperati sul luogo del ritrovamento del cadavere di Alice Neri. In particolare sulla tanica usata per dare fuoco all’auto della donna, sulla sigaretta elettronica, sulla spallina del reggiseno. Dalle analisi dei Ris comunque anche in questo caso non era emersa nessuna traccia del fantomatico terzo uomo come invece avevano ipotizzato i legali di Mohammed Gaaloul.
Sicuramente sono molti ancora molti i dubbi da sciogliere sull’efferato delitto di Alice Neri. Ne è convinto l'Avvocato Antonio Ingroia, difensore del marito di Alice Nicholas Negrini. Per il legale, anche se la Procura sembra aver individuato il suo principale sospettato, le indagini “non sono complete". Secondo l’avvocato, la conclusione attuale dell’inchiesta è "incompatibile con la ricostruzione che fino ad oggi abbiamo davanti".