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Decine di intossicati al pranzo di nozze per vongole avariate, chef stellato rischia condanna a 8 mesi

I fatti risalgono all’estate del 2021 in occasione di un pranzo di nozze. L’episodio ha messo nei guai lo chef pluristellato Marco Sacco, ora a processo per i reati di lesioni personali colpose e commercio di sostanze alimentari nocive. Lui si difende: “Vongole apposite che potevano essere mangiate crude”.
A cura di Antonio Palma
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Un pranzo di nozze speciale con location ricercata e piatti gourmet che però si conclude nel peggiore dei modi con decine di invitati intossicati da norovirus per colpa di una partita di vongole avariate servite col risotto nel ristorante, come si scoprirà successivamente. È questo l’episodio che ha messo nei guai lo chef pluristellato Marco Sacco, ora a processo per i reati di lesioni personali colpose e commercio di sostanze alimentari nocive.

I fatti risalgono all’estate del 2021 in occasione di un pranzo di nozze al ristorante due stelle Michelin Piccolo Lago di Verbania, affacciato sul lago di Mergozzo. Molti dei partecipanti al banchetto del luglio di due anni fa avevano accusato i sintomi dell’intossicazione come nausea, vomito, dissenteria e crampi addominali, e alcuni erano ricorsi persino alle cure del pronto soccorso.

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Come accertato delle indagini del Nas dei carabinieri e dalle analisi successive, in quel pranzo venne servito un risotto con vongole e borragine che causò una intossicazione alimentare per circa 75 persone tra invitati e sposini. Le analisi hanno stabilito che i malori sono da addebbiare alle vongole servite crude quel giorno e contaminate.

Nei guai così è finito lo chef che all’epoca gestiva la cucina del locale e la direttrice di sala dello stesso ristorante. Nel processo, che si celebra secondo il rito abbreviato, il pm ora ha chiesto per i due imputati una condanna a 8 mesi di carcere.

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Secondo l’accusa, chef e direttrice di sala devono essere chiamati a rispondere dei fatti perché il prodotto surgelato, venendo decongelato e successivamente servito, sarebbe stato di fatto trattato.

La difesa però sostiene di aver rispettato alla lettera le istruzioni riportate in etichetta dal produttore e quindi sostiene che la contaminazione era già presente in precedenza. Lo stesso chef aveva spiegato a Gusto che loro avevano comprato appositamente vongole che potevano essere mangiate crude, e che si trattava di un prodotto che usava da anni e col quale erano stati preparati più di 3mila piatti.

Nel processo si sono costituite circa cinquanta parti civili, tra cui anche gli sposi, che hanno chiesto un risarcimento danni che supera i 100mila euro. La decisione del giudice arriverà il prossimo anno. La Gup infatti ha rinviato la sentenza al prossimo 23 febbraio.

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