Debora perde la figlia subito dopo il parto, la cerca una vita e la ritrova dopo 20 anni
“Da ragazza ho avuto una vita un po’ burrascosa. I miei genitori si sono separati quando ero molto piccola e crescendo ho frequentato delle compagnie sbagliate”. Non rinnega il suo passato Debora, una mamma di 43 anni di Asti. È tossicodipendente quando scopre di essere incinta a 23 anni. “In gravidanza ho cercato di uscire dalla droga – ammette – però non ce l’ho fatta”.
La figlia, Elena, nasce prematuramente nell'ottobre del 1998 all'ospedale di Asti . “Appena nata gli assistenti sociali hanno scelto di togliermela e portarla in comunità”, ricorda Debora. Una decisione che segnerà per sempre il futuro di mamma e figlia. Sì, perché i servizi sociali fanno partire subito le procedure di adozione e la bimba viene affidata ad una nuova famiglia quando ha solo 7 mesi. “Quando mi hanno proposto di andare in comunità separate – precisa – mi sono opposta ma alla fine ho dovuto accettare”. La separazione pesa a Debora e dopo una settimana in comunità scappa perché vuole vedere la sua bambina. “All'inizio me l’hanno fatta incontrare, però, dopo poco tempo mi hanno detto che non l’avrei più rivista perché era arrivato dal Tribunale dei minorenni il decreto di adozione”.
La giovane mamma non accetta di perdere la figlia in questo modo. Si rivolge ad un avvocato per impedire che Elena venga adottata. Nel frattempo accade un fatto grave: Debora viene arrestata per detenzione di sostanze stupefacenti. “E’ stata la mia rovina perché i giudici hanno dichiarato definitivamente l’adozione”. Il carcere ha un effetto dirompente: “Il dolore è stato troppo forte ma è in quel momento che è iniziata la mia battaglia per cambiare la mia esistenza. Mi sono resa conto che a causa della tossicodipendenza avevo perso la cosa più cara che avevo: mia figlia”.
Dopo aver scontato la sua pena, Debora va dai servizi sociali per avere notizie di Elena. “La delusione è stata grande perché mi hanno proposto un lavoro a patto di non chiedere più niente di mia figlia. Ho accettato anche se continuavo la mia personale ricerca: andavo fuori dalle scuole per vedere se riuscivo a riconoscere la mia bambina”. Passano quattro anni dalla nascita di Elena e ormai Debora è riuscita a lasciarsi alle spalle i suoi problemi con la droga. “Ho sempre voluto sapere dove fosse mia figlia. Volevo riprendermela però le porte erano chiuse”. Sui figli dati in adozione, infatti, la legge prevede che i genitori biologici non abbiano più alcun diritto in quanto l’adozione è un atto irrevocabile. Una misura necessaria per tutelare il minore.
A maggio 2018 mamma e figlia si ritrovano dopo 20 anni
Oggi Debora è un’altra persona rispetto al passato. Lavora come collaboratrice domestica e ha altri 3 figli di 5, 8 e 9 anni. Ma in tutto questo tempo non ha mai smesso di pensare ad Elena. “Due anni fa, un’amica mi ha consigliato di ricorre ai social e lanciare un appello per cercarla. Mi sono iscritta in diversi gruppi ma è stato solo grazie a Laura Perspicace che sono riuscita a ritrovare mia figlia”.
La ragazza, mentre è in Spagna per studi, scopre casualmente l’annuncio pubblicato sulla pagina “Figli adottivi cercano genitori biologici” e capisce subito di essere lei la persona che Debora sta cercando. Elena ha timore a farsi avanti e rispondere all'appello. Ma finalmente, a maggio dell’anno scorso, mamma e figlia si rincontrano dopo vent'anni. “E’ stato molto emozionante – racconta Debora – ci siamo date un forte abbraccio. Ero con i miei bambini così la sorpresa è stata grandissima perché non solo ci siamo ritrovate ma ha scoperto anche di avere tre fratelli”. Elena ha sempre vissuto a Bra, in provincia di Cuneo, dove lavora come insegnante di sostegno in un scuola. “Stava ad un’ora da me e chissà quante volte l’ho incontrata senza sapere fosse lei”, afferma la mamma. “Le ho detto la verità e lei ha capito. Adesso ci sentiamo tutti i giorni e ci vediamo appena possiamo. Anche i miei bambini sono felici di sapere che hanno una sorella più grande. Sono molto legati a lei e vorrebbero che venisse a vivere con noi anche se non è possibile perché Elena ha la sua vita”.
Rispetto al fatto di cercare i figli dati in adozione, Debora non ha dubbi. “Una mamma non può mai dimenticare il proprio figlio. E’ un legame troppo forte. Magari nel momento del parto c’erano delle difficoltà che hanno portato a darlo in adozione però vorrei dire alle mamme di non demordere, di continuare a cercare. Perché un figlio è per sempre”. E ha un consiglio anche per i genitori adottivi. “Dovrebbero sempre dire la verità ai loro figli perché così possono stare sereni e riempire il vuoto che hanno”.
“Ho dovuto aspettare degli anni prima di ritrovare mia figlia perché prima era minorenne e non volevo interferire sulla sua vita. Ho sempre voluto dirle che non l’ho mai abbandonata – conclude Debora – e adesso sono felice perché dopo vent'anni ho potuto riabbracciarla”.