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Davide Pecorelli, il mistero del tesoro di Montecristo e l’accusa di ricettazione

Dopo la denuncia per sostituzione di persona a seguito della sua permanenza in un hotel all’Isola del Giglio con falsi documenti nei giorni precederti al suo ritrovamento, ora all’imprenditore Davide Pecorelli viene contestato anche il reato di ricettazione relativo a una serie di reperti storici di grande valore che sarebbero stati in suo possesso senza alcun titolo.
A cura di Antonio Palma
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Davide Pecorelli
Davide Pecorelli

Si infittisce di giorno in giorno il mistero di Davide Pecorelli, l’imprenditore umbro sparito nel nulla per mesi tanto da far ipotizzare anche la sua morte in Albania, dove si era recato, e poi riapparso improvvisamente dopo 8 mesi su un gommone in avaria al largo della Toscana in buone condizioni e con un recente passato tutto da raccontare. Dopo la denuncia per sostituzione di persona a seguito della sua permanenza in un hotel all’Isola del Giglio con falsi documenti nei giorni precederti al suo ritrovamento, ora gli inquirenti gli contestano anche il reato di ricettazione relativo a una serie di reperti storici di grande valore che sarebbero stati in suo possesso senza alcun titolo. Nelle scorse ore infatti i carabinieri della stazione di San Giustino, dove l'imprenditore risiede, gli hanno notificato l'avvio di nuove indagini a suo carico da parte della procura di Grosseto che ha aperto un fascicolo per ricettazione.

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Pecorelli indagato per ricettazione di monete antiche rubate

L’inchiesta in particolare prede avvio dalle dichiarazioni su quel famoso tesoro dell'isola di Montecristo, lo stesso che l’imprenditore dice di aver trovato nelle scorse settimane e verso il quale, a suo dire, si stava dirigendo anche il giorno del suo ritrovamento quando il gommone è andato in avaria lasciandolo in balia delle correnti in mare. Dalle successive indagini a suo carico, infatti, è emerso che il 45enne aveva con sé delle monete molto antiche che però non facevano parte di alcun tesoro nascosto ma erano state trafugate alcuni anni fa dal museo di San Mamiliano a Sovana, in provincia di Grosseto. Si tratta a tutti gli effetti di reperti archeologici di grande valore, monete d’oro risalenti al V secolo D.C. rubate nel 2019. L’ipotesi degli inquirenti è che l’imprenditore, in forti difficoltà economiche, sia rimasto invischiato in una storia di ricettazione di reperti archeologici.

Antiche monete, mappe dell'isola di Montecristo e un libro della Divina Commedia

A carico di Davide Pecorelli la Procura ha disposto anche il sequestro probatorio del materiale ritrovato all'interno della stanza dell’hotel in cui è rimasto per alcuni giorni all'isola del Giglio e dove probabilmente doveva rientrare quando è stato individuato in mare. Si tratta di elementi che per gli inquirenti confermerebbero il traffico di reperti. Nel dettaglio si parla di una ventina di elenchi su carta fotografica con dettaglio di antiche monete, tre mappe dell'isola di Montecristo, un libro della Divina Commedia e una chiave con la targhetta dove è scritto ‘garage Porto Santo Stefano' insieme ad altri oggetti non considerati di valore.

Davide Pecorelli: “Ho trovato due casse contenenti antiche monete d'oro"

Pecorelli dal suo canto si professa innocente e afferma di non essere preoccupato dalle inchieste a suo carico. "Sono sereno, credo come sempre nella procura e, come ho già dichiarato a Perugia ai magistrati, all'isola di Montecristo ho rinvenuto due casse contenenti le monete d'oro, ma non ne sono mai entrato in possesso" ha spiegato l’uomo a La Nazione, assicurando: “Il tesoro è nel posto che io ho indicato alla procura, loro sanno tutto, hanno pure le mappe dettagliate dei luoghi dove sono stato nelle mie ricerche in quei giorni dove ho raggiunto l'isola. Ho comunque catalogato tutto e comunicato alla magistratura".

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