Strano Paese il nostro: rimane silente e distratto per anni sua alcune questioni e poi si ridesta all'improvviso puntando su notizie che non lo sono. Così lo strano suicidio di David Rossi, morto il 6 marzo del 2013 proprio nel mezzo della bufera che imperversava sulla banca Monte dei Paschi di Siena (di cui Rossi era capo dell'area comunicazione), oggi rimbalza sulle prime pagine di tutti i siti italiani e stranieri per un video che vorrebbe essere uno scoop e invece è una flatulenza nel sensazionalismo nostrano.
Torniamo indietro: Rossi muore ufficialmente per suicidio cadendo dalla finestra degli uffici della banca in cui lavora. Suicidio dicono tutti. E fa niente se la moglie, Antonella Tognazzi, subito dice di non credere a quesi strani biglietti d'addio ritrovati sulla scrivania del marito (che secondo i legali di Rossi sarebbero stati scritti sotto costrizione). Proprio nel giorno della sua morte di sa che Rossi fosse molto preoccupato per l'indagine che coinvolgeva i vertici della MPS e aveva espresso il desiderio di presentarsi in Procura per rilasciare la propria versione dei fatti. Suicidio, insiste la Procura, con una certa fretta di chiudere il caso. Eppure i rilievi dicono che quella di Rossi sia stata una caduta con una parabola improbabile per un suicidio e l'avvocato della famiglia vorrebbe vederci chiaro anche sui presunti segni di colluttazione sul corpo.
Come spesso succede la vedova di David Rossi, gli amici e il legale rimangono soli a sostenere una tesi che, chissà perché, sembra che interessi poco o niente. Quando li abbiamo incontrati (ormai un anno fa) furono loro a dirci che solo Report, Fanpage, Left e il Fatto Quotidiano si erano interessati al caso mentre per il resto la morte del funzionario sembrava interessare poco o niente. Fortunatamente l'ostinazione della famiglia ha portato all riapertura del caso nel novembre scorso e proprio il prossimo 25 giugno ci sarà una simulazione di caduta del corpo, in attesa dei risultati dell'esame autoptico dell’anatomopatologa Cristina Cattaneo.
E il video quindi? Il video non ha nulla di nuovo: le due persone vicino al cadavere sono due collaboratori (e amici) della famiglia Rossi che avevano visto il corpo inerme affacciandosi dal suo ufficio dopo avere ricevuto la telefonata preoccupata della moglie che non lo vedeva rientrare. Giancarlo Filippone (che dei due è l'uomo con il berretto che si avvicina al corpo steso nel vicolo) è stato lo stesso che ha chiamato i soccorsi. Nessuno scoop. Nessuna novità. Forse, questo sì, un buon boccone per sfamare il sensazionalismo voyeuristico.
Eppure proprio oggi che tutti i giornali hanno riacceso la luce sul caso sarebbe bello raccontare altro: dire, ad esempio, che in quel video (prima dell'arrivo dei due che chiameranno i soccorsi) si vedono ombre di persone (queste sì) mai identificate e uno strano movimento di auto a bloccare l'ingresso del vicolo. Sarebbe il caso di capire come sia possibile che l'orologio da David Rossi cada dalla finestra ben dopo la caduta del corpo. Lanciato da chi? Ci sarebbe da chiedersi perché nessuno abbia mai preso in seria considerazione la testimonianza di un collaboratore di giustizia che parla di "manovalanza mafiosa" per suicidare Rossi. Ci sarebbe da chiederci perché non siamo riusciti (o siamo riusciti troppo poco) ad appassionarci alla ricerca della verità di un caso che ha troppi indecenti punti oscuri.
La disattenzione fino a qui: questo è lo scoop.