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“Davanti alla malattia non ti chiedi perché vuole soldi”, parla la donna che ha denunciato l’oncologo

Come tanti altri pazienti, la donna ha pagato l’oncologo barese Vito Lorusso senza fiatare e senza farsi troppe domande per le cure della mamma malata fino a quando ha capito che in realtà la madre quelle cure e quelle analisi poteva averle anche gratis in quanto malata oncologica.
A cura di Antonio Palma
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Quando purtroppo ci sono queste tragedie uno non si chiede "Perché mi chiede i soldi? Tu mi dici quello che devo fare e io lo faccio” così racconta il rapporto di fiducia la donna dalla cui denuncia è partita l'indagine a carico dell’oncologo barese Vito Lorusso, arrestato nei giorni scorsi con le accuse di peculato e concussione per aver chiesto pagamenti non dovuti ai suoi pazienti.

Lei, come tanti altri, ha pagato senza fiatare e senza farsi troppe domande per le cure della mamma malata fino a quando ha capito che in realtà la madre quelle cure e quelle analisi poteva averle anche gratis in quanto malata oncologica. La scoperta solo dopo aver parlato con i medici di un ospedale lombardo a cui si erano rivolti dopo l’aggravarsi delle condizioni della paziente.

Secondo gli inquirenti, il modus operandi del medico 68enne, primario chirurgo oncologo dell'Irccs Giovanni Paolo II di Bari, era sempre lo stesso. Instaurava un rapporto di fiducia con i malati attraverso “la sua posizione di dirigente-medico della struttura ospedaliera” facendo intendere “di essere l'unico medico con competenze specifiche per quel tipo di tumore e l'unico pertanto che avrebbe potuto curarlo nel migliore dei modi”.

“Lui ci prendeva in cura, si prendeva carico di tutto, c'era un rapporto di fiducia. Durante la prima visita si vantò di aver curato nel migliore dei modi tanti tumori alla rinofaringe. Disse "non vi preoccupate, sai quanti ne ho visti!" ha rivelato al Corriere della sera la donna la cui denuncia ha portato all’inchiesta. Dopo esseri vantato delle sue capacità, il medico poi avrebbe usato screditare il servizio sanitario nazionale usando frasi come "hanno combinato un casino quelli che ti hanno operato" e "non funziona niente, non serve a niente". Quindi nel corso delle visite avrebbe fatto capire ai pazienti che pagando potevano evitare di fare code e prenotazioni rivolgendosi direttamente a lui.

Al momento sono diciotto i casi già accertati dagli inquirenti in cui il primario avrebbe chiesto dei soldi ai pazienti senza motivi validi. Tra questi anche quello del giorno dell’arresto quando, secondo il medico, il paziente gli avrebbe "regalato 200 euro in maniera del tutto spontanea". Le indagini però proseguono per accertare altri casi visto che a carico del medico ci sarebbero altri esposti. Intanto l’Irccs ha nominato un nuovo primario riassegnando i casi del medico arrestato.

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