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Dati Covid falsi in Sicilia, l’audio choc dell’assessore Razza: “I morti? Spalmiamoli un poco”

Emergono dettagli choc sull’inchiesta relativa ai dati Covid falsi in Sicilia per evitare la zona rossa nell’ambito della quale sono stati emesse ordinanze di custodie cautelari a dirigenti dell’Assessorato alla Salute e all’interno della quale risulta indagato anche il dimissionario assessore Ruggero Razza. In una intercettazione quest’ultimo ha detto a Maria Letizia Di Liberti, anche lei indagata per falso: “I morti? Spalmiamoli un po’”. Il presidente Musumeci lo difende ma accoglie le dimissioni: “Ho fiducia in lui e nella magistratura”.
A cura di Ida Artiaco
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L'assessore Razza (Immagine da Facebook).
L'assessore Razza (Immagine da Facebook).
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"Spalmiamoli un poco i morti". È questo uno dei con tenuti degli audio choc emersi nell'inchiesta che è culminata questa mattina con una serie di ordinanze cautelari emesse dal gip di Trapani nei confronti di dirigenti dell'Assessorato alla Salute della Regione Sicilia che avrebbero alterato i dati sull'emergenza Coronavirus per evitare la zona rossa, fornendo numeri modificati riguardanti i positivi e i tamponi effettuati. A parlare è in questo passaggio proprio l'assessore alla Salute, Ruggero Razza, che figura tra gli indagati, nel corso di una conversazione con Maria Letizia Di Liberti, dirigente regionale che avrebbe dovuto comunicare i dati dei decessi per Covid in Sicilia all'Istituto Superiore di Sanità, anche lei indagata per falso. "I deceduti glieli devo lasciare o glieli spalmo?", chiede lei non sapendo di essere intercettata. "Ma sono veri?", chiede Razza. "Si, solo che sono di 3 giorni fa", risponde. E Razza dà l'ok: "Spalmiamoli un poco". E poi ancora, prosegue l'intercettazione: Di Liberti dice a Razza: "Ah, ok allora oggi gliene do 1 e gli altri li spalmo in questi giorni, va bene, ok. Mentre quelli del San Marco, i 6 sono veri e pure gli altri 5 sono tutti di ieri… quelli di Ragusa, Ragusa 5! E questi 6 al San Marco sono di ieri.. perché ieri il San Marco ne aveva avuti ieri altri 5 del giorno prima, in pratica. Va bene? Ok". "Ok". "Ciao, ci metto questi io".

Il presidente Musumeci: "Ho fiducia in Razza"

Parole pesanti, che però non scalfiscono la fiducia del presidente della Regione, Nello Musumeci, nell'assessore alla Salute: "In questi casi si resta sorpresi. Noi le zone rosse le abbiamo anticipate, non le abbiamo nascoste, ma bisogna avere rispetto per la magistratura. E ho fiducia nell'assessore Razza: se fosse ritenuto responsabile, da solo agirebbe di conseguenza, ma in questo momento bisogna essere sereni e fiduciosi nella magistratura. Sono convinto che la verità emergerà prestissimo. Lasciamo lavorare chi deve lavorare e alla fine ne trarremo le conclusioni", ha commentato il governatore alla trasmissione Omnibus su La7, aggiungendo: "Quello che abbiamo fatto in un anno è stato improntato alla massima trasparenza e abbiamo sempre seguito la linea del rigore e della fermezza. Fino a qualche settimana fa abbiamo chiesto a Roma la zona rossa perché la nostra unica preoccupazione era il numero dei morti e non la posizione in classifica".

Razza di dimette da assessore

Nonostante ciò, Razza ha rassegnato le sue dimissioni da assessore alla Salute. "Alla luce della indagine della Procura di Trapani che mi vede indagato, nel confermare il massimo rispetto per la magistratura, desidero ribadire che in Sicilia l’epidemia è sempre stata monitorata con cura, come evidenzia ogni elemento oggettivo, a partire dalla occupazione ospedaliera e dalla tempestività di decisioni che, nella nostra Regione, sono sempre state anticipatorie. Non avevamo bisogno di nascondere contagiati o di abbassare l’impatto epidemiologico, perché proprio noi abbiamo spesso anticipato le decisioni di Roma e adottato provvedimenti più severi", ha fatto sapere con una nota. "I fatti che vengono individuati – prosegue – si riferiscono essenzialmente al trasferimento materiale dei dati sulla piattaforma che sono stati riportati in coerenza con l’andamento reale dell’epidemia, tenuto conto della circostanza che sovente essi si riferivano a più giorni e non al solo giorno di comunicazione. Come sempre, il fenomeno della lettura postuma delle captazioni può contribuire a costruire una diversa ipotesi che, correttamente, verrà approfondita dell’autorità giudiziaria competente individuata dal Gip. Ma deve essere chiaro che ogni soggetto con l’infezione è stato registrato nominativamente dal sistema e nessun dato di qualsivoglia natura è mai stato artatamente modificato per nascondere la verità. Ciò nonostante, soprattutto nel tempo della pandemia, le istituzioni devono essere al riparo da ogni sospetto. Per sottrarre il governo da inevitabili polemiche ho chiesto al presidente della Regione di accettare le mie dimissioni".

Dimissioni di Razza accolte da Musumeci che tiene l'interim

Musumeci dal suo canto ha accettato le dimissioni dell'assessore alla Salute Ruggero Razza, indagato dalla Procura di Trapani nell'inchiesta sui presunti dati falsi sui positivi al Covid trasmessi dalla Sicilia all'Istituto superiore di sanità, e ha decios di tenere per sé l'interim. La decisione è arrivata dopo la riunione della giunta  convocata in seduta straordinaria. "Stamattina ho incontrato l'assessore Razza, era molto provato. Mi ha consegnato la lettera di dimissioni, che è stata protocollata" ha spiegato il governatore della Sicilia riferendo in Assemblea siciliana sulle dimissioni di Ruggero Razza. L'ormai ex assessore intanto non risponde ai pm, Razza infatti si è avvalso della facoltà di non rispondere davanti ai pm di Trapani, su consiglio del suo legale.

Il comune di Palermo si costituisce Parte Civile

"Ho sempre ripetuto che la classificazione dei territori in base ai colori non andava e non va considerata come un concorso a premi é, tantomeno, una partita a poker dove bluffare per vincere di più. La zona rossa, soprattutto se il Governo regionale e nazionale intervengono con i giusti ristori e sostegni alle imprese e alle famiglie, è lo strumento per salvare vite umane. Più volte, fino a pochi giorni fa ho sollecitato e richiesto che fossero forniti ai sindaci e ai cittadini dati corretti, costanti e scientificamente validi. Ancora oggi, pero', i sindaci hanno dati contrastanti, incerti e non conoscono i dati sullo stato di occupazione dei posti letto. Per tutto questo il Comune di Palermo si costituirà Parte Civile in questo procedimento giudiziario, visto che proprio sui dati si sono basate molte scelte e provvedimenti amministrativi in questi mesi". È quanto si legge in una nota il sindaco di Palermo e presidente Anci Sicilia, Leoluca Orlando.

L'inchiesta e gli altri audio choc

I carabinieri del Nas di Palermo e del Comando provinciale di Trapani hanno dato esecuzione questa mattina a un'ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari, emessa dal gip di Trapani, su richiesta, in via di assoluta urgenza, della procura, nei confronti di appartenenti al Dipartimento regionale per le Attività sanitarie e osservatorio epidemiologico (Dasoe) dell'assessorato della Salute della Regione. I reati contestati sono falso materiale ed ideologico in concorso. Ai domiciliari sono andati Maria Letizia Di Liberti, dirigente generale del Dipartimento per le attività sanitarie e Osservatorio epidemiologico, il braccio destro dell’assessore Razza; Salvatore Cusimano, funzionario regionale, ed Emilio Madonia, dipendente di una ditta che gestisce i flussi informatici dell’assessorato. A chiedere il provvedimento sono stati il procuratore facente funzione di Trapani Maurizio Agnello e le sostitute Sara Morri e Francesca Urbani. L’ordinanza di custodia cautelare è del gip di Trapani Caterina Brignone, che ha riconosciuto la fondatezza della ricostruzione dei pm e la necessità di intervenire d’urgenza, ma si è poi dichiarata incompetente trasmettendo gli atti a Palermo. Dal mese di novembre sono circa 40 gli episodi di falso documentati, l’ultimo dei quali risalente al 19 marzo.

Proprio a novembre risale un altro audio, un messaggio Whatsapp del 4 novembre, giorno nel quale la Sicilia diventava zona arancione, di Mario La Rocca, direttore generale del dipartimento Salute, che aveva cominciato a gettare ombre sulla gestione della pandemia in Sicilia. "Non sento c… perché oggi faranno le valutazioni (dal ministero) e in funzione dei posti letto in terapia intensiva decideranno in quale fascia la Sicilia risiede", aveva detto La Rocca nella chat di lavoro dei funzionari che si occupano di inserire i dati ufficiali necessari a elaborare molti dei parametri che decidono il "colore" delle varie Regioni. Quel messaggio audio, che non è collegato all'indagine che ha portato agli arresti di oggi nell'ambito dell'inchiesta condotta dalla Procura di Trapani, il 21 novembre venne pubblicato dal quotidiano La Sicilia e suscitò polemiche. Nella chat sempre La Rocca con toni perentori incalzava: "Appena stasera ci chiudono, ognuno sarà responsabile di quello che la Sicilia subirà in termini di restrizioni". Si scatenarono le polemiche da più parti e il ministero della Salute decise l'invio di personale tecnico e carabinieri del Nas in Sicilia per fare luce sulla vicenda dei numeri. "Ero incavolato, dicevo ai manager di ospedali e Asp che dovevano applicare il piano della Regione destinando posti letto ai malati Covid ma non lo facevano – precisò dopo Mario La Rocca – non avevano gli attributi per imporsi su alcuni medici: perché ci sono medici che si stanno sacrificando dando l'anima in questa emergenza e ci sono quelli che invece non vogliono occuparsi di questi malati per poter continuare a gestire pazienti in intramoenia".

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