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Dario sgozzato a 27 anni: dietro l’esecuzione la pista del traffico di droga

Dario Chiappone, un giovane pizzaiolo di Giarre, è stato sgozzato barbaramente la sera del 31 ottobre 2016 a Riposto (Catania). Dietro la morte del ragazzo, massacrato con 16 coltellate e poi finito con un fendente alla gola davanti alla compagna, ci sarebbe un grosso debito maturato nell’ambiente del traffico di droga.
A cura di Angela Marino
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Lo hanno fatto inginocchiare e poi gli hanno tagliato la gola con un coltello, dopo averlo martoriato con decine di fendenti. È stata una vera e propria esecuzione quella di Dario Chiappone, 27 anni, un giovane aiutante pizzaiolo di Giarre, trucidato barbaramente la notte del 31 ottobre a Riposto (Catania). Il delitto, inizialmente inquadrato come un tentativo di rapina finito male, avrebbe, in realtà, un movente molto diverso. Secondo la pista battuta dal procuratore di Catania Carmelo Zuccaro e dal sostituto Santo Di Stefano, che indagano sul caso, dietro il feroce omicidio ci sarebbe un affare di soldi e droga finito male.

La dinamica del delitto

Dario è stato ucciso dopo le 20 del 31 ottobre in via Salvemini, dove aveva parcheggiato l'auto per appartarsi con la donna che frequentava, una 41enne giarrese. La coppia era solite fermarsi in quella zona in cerca di privacy, circostanza che avvalora l'ipotesi di un agguato. Secondo il  racconto della donna, i due sarebbero stati sorpresi da un gruppo di persone incappucciate, mentre erano seduti nella Suzuki Sx4.Gli aggressori avrebbero trascinato il 27enne fuori dal suv e gli avrebbero intimato di consegnargli loro dei soldi. Vedendosi negare il denaro avrebbero reagito con estrema ferocia.

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La pista della droga

Il ragazzo è stato massacrato con sedici coltellate e poi è stato fatto inginocchiare e sgozzato con un ultimo fendente alla gola. I carabinieri guidati dal procuratore di Catania, Carmelo Zuccaro e dal sostituto, Santo Di Stefano stanno ora vagliando la testimonianza della donna e sono in cerca delle immagini riprese dalle videocamere di sorveglianza. L'ipotesi degli inquirenti è che il giovane potesse aver accumulato un grosso debito nell'ambiente del traffico di droga e che possa essere stato ucciso dai suoi creditori. Già in passato – secondo quanto riporta la stampa locale – il giovane sarebbe stato aggredito per la restituzione di un debito.

Il movente passionale

I magistrati non trascurano, tuttavia, la possibilità che il movente del delitto possa essere di natura passionale. Nella cittadina del catanese era, infatti, nota la passione del 27enne per le donne mature e, talvolta, impegnate, come la 41enne che si trovava con lui quella sera. Non è escluso che il 27enne possa aver corteggiato la donna sbagliata, forse nell'ambiente della malavita e che possa essere finito vittima di una spedizione punitiva.

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