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Daouda Diane, 5 indagati nell’azienda dove lavorava in nero. Il figlio: “Rivoglio vivo il mio papà”

Sono cinque gli appartenenti alla società Sgv Calcestruzzi indagati per l’omicidio di Daouda Diane, l’operaio ivoriano scomparso da Acate lo scorso luglio. Il 37enne lavorava nel cementificio dell’azienda quando è scomparso, facendo perdere ogni traccia. Intanto la moglie e il figlio lanciano un appello dalla Costa d’Avorio: “Ridateci Daouda, lo vogliamo vivo”.
A cura di Chiara Ammendola
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Daoda Diane nel video condiviso sui social prima di scomparire lo scorso luglio
Daoda Diane nel video condiviso sui social prima di scomparire lo scorso luglio

“Ciao a tutti, sono il figlio di Daouda Diane, da quando lui non è più con noi, io non posso più andare a scuola, né mangiare. Voglio rivedere mio padre, mi manca”, così il figlio dell'operaio ivoriano scomparso lo scorso 2 luglio da Acate (Ragusa), in un video diffuso nelle scorse ore da Usb Ragusa. Il sindacato, sin dai primi giorni, è rimasto accanto alla famiglia del 37enne informando la moglie degli sviluppi della vicenda di Douda.

A distanza di quasi sei mesi le indagini continuano ma dell'operaio, che aveva comprato un biglietto per tornare in Costa d'Avio che non ha mai utilizzato, non c'è traccia. Nel video che arriva proprio dal paese di origine dell'uomo dove sono rimasti a vivere sia la moglie che il figlio di pochi anni, c'è anche l'appello della donna: “Da quando lui non è con noi siamo in difficoltà, mio figlio non può andare a scuola e io non posso fare niente per aiutarlo – le sue parole – vi supplico, vogliamo rivederlo vivo, lo rivogliamo sano e salvo”.

Daouda Diane
Daouda Diane

Nei giorni precedenti alla scomparsa, il 37enne ivoriano era stato visto all'interno del cementificio di proprietà della Sgv Calcestruzzi dove, come da lui stesso raccontato, lavorava come operaio. Ed è all'interno dell'azienda che sarebbero state girate le immagini poi diffuse sui social dallo stesso Daouda: un video lungo meno di un minuto in cui si può ascoltare l'uomo definire il posto in cui lavora come un luogo di morte.

La procura di Ragusa ha aperto un fascicolo per omicidio volontario e occultamento di cadavere. In cinque, tra intestatari e gestori dell'azienda Sgv, sono stati iscritti nel registro degli indagati. L'ipotesi è che possa essere rimasto vittima di un incidente proprio mentre era al lavoro e che il suo corpo sia stato poi fatto sparire.

In questi mesi si sono svolti numerosi sopralluoghi all'interno del cementificio Sgv dove i cani molecolari hanno passato al setaccio ogni zona alla ricerca di possibili tracce dell'uomo. La Sgv, come confermato anche dal legale a Fanpage.it, ha sempre negato che Daouda lavorasse nel cementificio come muratore, spiegando invece che all'uomo era stato offerto di dare una mano all'interno dell'azienda "spazzando di tanto in tanto nel cortile".

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