Daniele, il Parkinson e l’alano Nema: “Esco con lui e sto bene”
La domanda, come direbbe qualcuno, sorge spontanea: “Ma com’è tenere dentro casa un così?” E cioè così grande (pesa oltre 60 chili) e così pieno di vitalità (ha circa un anno) come il suo inseparabile Nema. “Diciamo che non è difficile” risponde con semplicità spiazzante Daniele, protagonista di una storia di amicizia davvero unica e speciale, che va oltre le difficoltà della malattia.
Daniele vive in Veneto, vicino Belluno, ha 60 anni e da circa venti convive con il Parkinson, una patologia neurodegenerativa che ha cambiato completamente la sua vita. “Facevo l’autista di camion –racconta- poi mi sono accorto che iniziavo a scrivere sempre più piccolo. La mia calligrafia diventava illeggibile. I primi due dottori non mi hanno detto nulla, il terzo invece mi ha confermato che avevo il Parkinson”. All’inizio, grazie anche ai farmaci, è cambiato poco. Poi sono arrivate le difficoltà a muoversi e a parlare. Ma Daniele non è mai stato solo. Oltre alla moglie Michela, nella sua vita c’è infatti anche Nema, un cucciolone. Un alano arlecchino arrivato a riempire ulteriormente la vita di un uomo da sempre innamorato dei cani e degli animali.
Insieme a Nema, Daniele si è così recato al Dog Center Del Lago, a Farra D'Alpago, vicino Belluno, dove l’istruttrice Martina Lazzarini, dopo qualche dubbio iniziale, li ha accolti nel proprio corso cuccioli insieme agli altri iscritti. “Non è stato facile, ma siamo riusciti a fare tutto” spiega proprio Martina. “Lui sicuramente ha delle problematiche, può cadere improvvisamente, si blocca…”, “ma qui un po’ meno” interviene il diretto interessato. Le attività al centro cinofilo a due passi allo splendido Lago di Santa Croce, infatti, hanno da subito portato a risultati inattesi, tanto che, grazie ad un’intuizione di Martina, i due inseparabili amici hanno iniziato gli allenamenti di rally obedience, disciplina sportiva cinofila che consiste, in due parole, in un percorso ad ostacoli che cane e padrone effettuano seguendo le indicazioni di alcuni cartelli. “Durante una lezione Daniele mi aveva raccontato che si blocca quando ci sono degli ostacoli, fisici o ideali, ed i suoi movimenti per cominciare a camminare sono ripetitivi, come un fermo immagine bloccato in un loop continuo, un corto circuito –ricorda Martina-. Mi sono chiesta come potevo aiutarlo, così ho pensato alla rally obedience”.
Grazie ad alcuni colleghi dell’istruttrice, Daniele è così riuscito lo scorso ottobre a partecipare ad una gara insieme a Nema. Una gran bella soddisfazione. “Sono due pazzi, si assomigliano tantissimo –continua Martina-. Questa non è pet therapy, ma è una cosa ancora più forte. La relazione con il cane, quando è equilibrata, aiuta le persone” assicura l'esperta. E ormai lo ha capito benissimo anche Daniele, che viste le difficoltà non riesce a parlare più di tanto con Nema. Però l’intesa c’è ed è evidente. Basta uno sguardo, lo conferma lui stesso: “Ci capiamo, posso dire che è come un fratello”.