Daniele ed Eleonora uccisi a Lecce, il killer Antonio De Marco “era capace di intendere e di volere”
Era capace di intendere e di volere Antonio De Marco quando ha ucciso lo scorso settembre l'arbitro Daniele De Santis e la sua fidanzata, Eleonora Manta, nel loro appartamento vicino di via Montella di Lecce. È quanto emerge dalla perizia psichiatrica disposta dalla Corte d'assise di Lecce sullo studente 21enne in Scienze infermieristiche di Casarano che la sera del 21 settembre 2020 ammazzò con una serie di coltellate, circa una ottantina, la coppia con la quale aveva convissuto per qualche mese, solo perché "erano felici". Da quanto si apprende il giovane sarebbe affetto da un disturbo della personalità di tipo narcisistico, ma non tale inficiare la capacità di intendere e volere, tantomeno la partecipazione al giudizio.
Per questo, allo stato attuale è capace di partecipare coscientemente al processo, come hanno evidenziato il professore Andrea Baldi, docente di Psichiatria e direttore del dipartimento Salute mentale della Asl 3 Roma ed il neurologo e psichiatra Massimo Marra, in servizio nell’ospedale Ferrari di Casarano.
I due periti nominati dalla Corte d'assise hanno evidenziato in particolare una "disregolazione degli stati emotivi e comportamentali, una rabbia narcisistica". I risultati della perizia saranno esaminati nel corso dell'udienza del processo programmata per il prossimo 18 maggio nell'aula bunker della Corte d'assise. "Il desiderio di vendetta non è per ciò che gli altri ci hanno fatto ma per le violente e disturbanti emozioni che la loro esistenza stessa ha generato nella psiche. Spinto da invidia e rabbia decise di cancellare la fonte di queste emozioni, cioè di cancellare nella realtà Daniele ed Eleonora, come già aveva cancellato Daniele dalla foto in cui era ritratto con Eleonora", hanno sostenuto i due consulenti.