Daniela Ruggi, l’ipotesi dell’allontanamento volontario perde quota: in casa trovati soldi e documenti
La scheda telefonica, la patente di guida, ma sopratutto bancomat, denaro contante e carta d'identità. Daniela Ruggi, la 31enne scomparsa il 18 settembre a Vitriola di Montefiorino, in provincia di Modena, da casa non aveva portato via nulla: forse perché non se n'è mai andata, o meglio non l'ha fatto di sua volontà. Perde dunque quota l'ipotesi dell'allontanamento volontario.
La donna ha lasciato praticamente tutti i documenti nella sua abitazione sull'appennino modenese, dove viveva in condizioni precarie, come emerso dal sopralluogo effettuato nei giorni scorsi dai carabinieri del Ris. Più in generale gli esperti hanno confermato di aver rinvenuto nelle proprietà della famiglia Ruggi tutto ciò che le avrebbe permesso di sopravvivere e muoversi. Se fosse stato veramente un allontanamento volontario.
Una tesi alla quale la famiglia non ha mai creduto. E sulla base degli ultimi eventi i suoi cari chiedono che le indagini continuino.
"Questi effetti, che ci sono stati riconsegnatici solo il 24 dicembre a quanto è dato comprendere, si trovavano ancora nella casa del centro, dove evidentemente Daniela li ha lasciati (è stata costretta a lasciarli?). Pare strano che una persona, per quanto spirito libero, decida di allontanarsi volontariamente da casa senza prendere con sé tutti i propri effetti personali, denaro contante compreso” commenta la sorella, come riporta Il Resto Del Carlino.
Di conseguenza, i numerosi avvistamenti di persone che avrebbero riferito di averla vista in diversi luoghi della provincia emiliana negli ultimi 3 mesi potrebbero perdere di credibilità. "Siamo atterrite al solo pensiero che qualcuno possa averle fatto del male. Chiediamo a tutti di intensificare gli sforzi nella ricerca di Daniela” dice ancora la sorella.
Sullo sfondo, una lite con il fratello, che lei avrebbe querelato per violazione di domicilio, forse legata a questioni di eredità. Una querela di cui i familiari affermano di essere all'oscuro e che, ad oggi, resta tutta da verificare. Oltre alle indagini che vedono coinvolto l’amico Domenico Lanza, detto “Lo Sceriffo”, già arrestato per possesso di armi illegali.