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Daniel Tafa, ucciso da una scheggia mentre era al lavoro. L’autopsia: “Colpito come da due fucilate”

Secondo quanto emerso dall’autopsia la prima scheggia, penetrata dal dorso, ha causato a Daniel ferite letali a un polmone, un rene e al cuore. La seconda scheggia ha invece colpito il giovane a un gluteo, provocando una grave frattura al bacino e a diverse vertebre, ma senza risultare di per sé letale.
A cura di Davide Falcioni
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L’autopsia ha confermato che la morte di Daniel Tafa, il giovane operaio di 22 anni vittima di un incidente sul lavoro allo stabilimento Stm di Maniago lo scorso 25 marzo, è stata causata da due diverse schegge incandescenti che lo hanno colpito con la violenza di "fucilate".

L’esame autoptico, eseguito questa mattina dai medici legali Lucio Bomben, su incarico della Procura, e Antonello Cirnelli, per conto della famiglia della vittima, ha chiarito la dinamica della tragedia. La prima scheggia, penetrata dal dorso, ha causato ferite letali a un polmone, un rene e al cuore. Tale circostanza smentisce i dubbi sollevati da un’organizzazione sindacale riguardo ai presunti ritardi nei soccorsi, circostanza già negata nei giorni scorsi dai tabulati della Sores Fvg. La seconda scheggia ha invece colpito il giovane a un gluteo, provocando una grave frattura al bacino e a diverse vertebre, ma senza risultare di per sé letale.

Per la tragedia sono attualmente indagate cinque persone con l’accusa di omicidio colposo: il proprietario della fabbrica, il direttore dello stabilimento, il perito che ha verificato gli impianti, la professionista che ha certificato il corretto funzionamento del macchinario coinvolto e il responsabile del servizio di prevenzione aziendale. Con la conclusione dell’autopsia, si attende nelle prossime ore il nullaosta della Procura per fissare le esequie di Daniel Tafa.

Chi era Daniel Tafa

Residente a Vajont, Daniel Tafa aveva compiuto 22 anni il giorno prima di morire nello stabilimento Stm di Maniago, azienda specializzata nello stampaggio a caldo di ingranaggi industriali in acciaio. Il giovane stava operando su un macchinario quando lo stampo è andato distrutto e una scheggia incandescente gli ha trafitto la schiena, non lasciandogli scampo.

Il ragazzo era nato a San Vito al Tagliamento e aveva studiato presso l'Istituto Ipsia Evangelista Torricelli; era un grande appassionato di calcio e tifoso del Milan, squadra della quale non perdeva una partita. Tantissimi sono i messaggi di cordoglio a lui dedicati sui social: chi lo conosceva, descrive un ragazzo gentile, innamorato della vita, sempre solare e positivo.

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