Dall’inizio della pandemia di Covid ci sono stati 175mila contagi sul posto di lavoro
Sono 175.323 i contagi da Covid sul lavoro segnalati all'Inail dall'inizio della pandemia. A rivelarlo è lo stesso Istituto nazionale per l'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro, che ha pubblicato un report da cui si può estrapolare una fotografia dell'ultimo anno e mezzo. Da gennaio 2020 a maggio 2021 i contagi da Covid sono un quarto degli infortuni sul lavoro e il 4,2% dei casi totali comunicati dall'Istituto superiore di sanità. L'impatto della seconda ondata è stato il peggiore, anche per ciò che riguarda i contagi sul lavoro: tra ottobre 2020 e gennaio 2021, sono stati registrati il 59,6% del totale, praticamente il doppio rispetto alla prima ondata. Novembre 2020 il mese peggiore con 40.029 denunce, secondo marzo 2020 con 28.600.
La maggioranza dei casi mortali, però, si concentra nel trimestre marzo-maggio 2020, la prima ondata: sono il 55,0% del totale, con il 30,2% nel solo mese di aprile, praticamente tanto quanto il 29,6% registrato durante la seconda ondata. Le morti da Covid segnalate all’Inail sono 639 dall'inizio della pandemia, un terzo dei decessi registrati dall'Istituto da gennaio 2020. I dati vengono suddivisi anche per genere e fasce d'età: la maggioranza dei decessi riguarda gli uomini, con l'83,6%, e la fascia d'età di lavoratori tra i 50 e i 64 anni con il 72,3%. Se si guardano le denunce di contagio, invece, la bilancia pende dal lato delle donne: il 68,8% delle segnalazioni arriva da loro.
A livello territoriale c'è uno sbilanciamento netto verso il Nord, da cui sono arrivate il 67,7% delle denunce. Dal Centro il 15,1%, dal Sud il 12,6%, dalle Isole il 4,6%. Tra le province la più colpita è Milano (9,7%), poi Torino (7,1%) e Roma (5,2%). Tra i settori più colpiti, invece, ci sono sanità e assistenza sociale, con il 65,9% delle denunce e il 25,1% dei casi mortali. Parliamo di ospedali, cliniche, policlinici, Rsa. Le infezioni in questo settore sono crollate grazie alla campagna di vaccinazione, tanto che l'inversione di rotta da febbraio è netta. Il 37,7% dei contagi sul lavoro riguarda tecnici della salute, gli operatori sanitari che hanno pagato il prezzo più alto.