Dalle auto spente al semaforo al divieto di usare legna, le misure antismog dei comuni
Dopo la diffusione dei dati sull'inquinamento atmosferico delle città italiane che in molti casi, complice una situazione meteo particolare, hanno superato abbondantemente i livelli massimi di polveri sottili consentiti per legge, molti comuni sono corsi ai ripari. Da Nord a Sud della Penisola infatti è un susseguirsi di provvedimenti antinquinamento da parte delle amministrazioni locali che vanno dai consueti blocchi delle auto come a Roma agli incentivi ad usare i mezzi pubblici come a Milano, ma anche a trovate originali che in alcun casi sono decisamente fuori dal comune. Come segnala il quotidiano Repubblica, infatti, in molti ad esempio si sono schierati contro l'accensione di fuochi con legna o residui vegetali per tutto il periodo invernale per uso commerciale o all'aperto.
Ordinanze che se in provincia di Rovigo hanno messo a rischio il tradizionale falò dell'Epifania, in provincia di Napoli hanno portato addirittura allo stop dei forni a legna per la pizza che non siano dotati dei più moderni sistemi di abbattimento delle polveri sottili. Caso analogo anche a Vicenza dove fino a tutto il mese prossimo sono vietati camini, stufe e ogni apparecchio domestico alimentato a biomassa legnosa ed è stato imposta la temperatura massima di 20 gradi per tutti i riscaldamenti delle abitazioni.
Nella stessa città veneta disposto anche l'obbligo di spegnimento dei motori a certi semafori e ai passaggi a livello oltre che per i bus fermi al capolinea e per qualsiasi mezzo in sosta per più di un minuto. Misura analoga anche a Frosinone, una delle città italiane più inquinate, dove l'amministrazione locale ha disposto anche le targhe alterne per tre mesi e tre domeniche senza auto. A Cremona invece è lotta contro i negozi e centri commerciali che lasciano le porte aperte facendo disperdere il calore dei riscaldamenti.