Dalla tragedia di Rigopiano alla legge sul fine vita: i 7 fatti più importanti del 2017
Il 2017 volge al termine ed è tempo di bilanci. Tanti sono i fatti che hanno interessato il mondo intero negli ultimi 365 giorni: dalla tragedia di Rigopiano all'insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca, dalle elezioni in Catalogna fino all'epocale approvazione da parte del Parlamento italiano della legge sul biotestamento. Insomma, tanti sono stati gli eventi che hanno segnato la politica e la cronaca nazionale e internazionale, e che potrebbero condizionare quelli che accadranno nel prossimo futuro. Ecco allora i 7 avvenimenti che, da un’ottica italiana, possono essere considerati tra i più rilevanti e che nessuno potrà mai dimenticare del 2017, con video e altre immagini.
La tragedia di Rigopiano
Era il 18 gennaio scorso quando una slavina si è abbattuta sull'hotel Rigopiano Gran Sasso Resort di Farindola, in Abruzzo. Dopo ore di apprensione e operazioni di salvataggio disperate, il bilancio finale è stato di 29 vittime e 11 superstiti, dei quali 9 estratti vivi dalle macerie. In quel periodo, tutto il Centro Italia era interessato da condizioni meteo particolarmente rigide e da una ondata di freddo che ha provocato pesanti nevicate sull'Appennino Centrale, rendendo inagibili molte strade, interrompendo la fornitura di energia elettrica e isolando alcuni centri abitati. A ciò si aggiungano le tre scosse di terremoto, la maggiore delle quali di magnitudo vicina a 5, che ha interessato, poche ore prima della tragedia, il territorio compreso tra Lazio, Abruzzo e Marche, lo stesso che ad agosto e ad ottobre del 2016 era stato devastato da altri eventi sismici simili. Sul caso la procura di Pescara ha anche aperto un'inchiesta per accertare eventuali responsabilità circa l'idoneità della struttura ricettiva e il presunto ritardo dei soccorsi a partire dalle comunicazioni della tragedia. Nel registro degli indagati sono finiti amministratori locali e funzionari pubblici oltre ai gestori dell'Hotel.
Donald Trump alla Casa Bianca
Il 20 gennaio 2017 Donald Trump, famoso e ricchissimo tycoon newyorkese, si insedia ufficialmente alla Casa Bianca dopo aver vinto le elezioni contro Hilary Clinton per diventare il 45esimo presidente degli Stati Uniti. Nel suo discorso tenuto davanti alla folla riunitasi come da tradizione a Capitol Hill, il repubblicano ha ribadito la sua volontà di "rendere di nuovo l'America grande", come aveva già fatto durante i mesi della campagna elettorale: "Ci riprenderemo i nostri lavori, i nostri confini, la nostra salute, e i nostri sogni" – ha detto -. Neri, marroni o bianchi, tutti abbiamo lo stesso sangue dei patrioti, tutti godiamo delle stesse libertà e tutti salutiamo la stessa bandiera americana". Nel corso dell'anno, Trump ha continuato a far parlare di sé per alcune decisioni, di politica sia interna che estera, che hanno fatto scendere la sua popolarità tra gli elettori ai minimi storici: dallo scandalo Russiagate, che ha agitato su Donald lo spettro dell'impeachment, alle polemiche sul Muslim Ban, fino alle tensioni con la Corea del Nord e altri paesi mediorientali, stando a un sondaggio del Washington Post, può essere considerato il presidente meno popolare degli ultimi 40 anni.
Attentato al concerto di Ariana Grande a Manchester
Sarà probabilmente ricordato come la strage dei teenager l'attentato del 23 maggio 2017 a Manchester. Ventidue i morti, tra i quali giovani e giovanissimi, e oltre 250 feriti: un kamikaze si è fatto esplodere nell'area della biglietteria dell'Arena, uno dei palazzetti più grandi d'Europa, dove si era appena concluso il concerto della pop star americana Ariana Grande. L'attacco è stato rivendicato dall'Isis, segnalato qualche ora prima su Twitter ma ignorato dalla polizia, ed è stato effettuato da Salman Abedi, 23enne cittadino britannico con genitori di origine libica, morto dopo aver azionato la bomba. "Sono distrutta, non ho parole", è stato il commento via social network della cantante, che a qualche settimana di distanza dalla tragedia è tornata nella cittadina del Regno Unito per un concerto benefico in onore delle vittime, il cui incasso ha raggiunto i 10 milioni di dollari.
Finale di Champions a Torino: il caos in piazza San Carlo
Il 3 giugno 2017 circa trentamila tifosi juventini si sono riuniti in piazza San Carlo a Torino per tifare la squadra guidata da Massimiliano Allegri impegnata nella finale di Champions League a Cardiff contro il Real Madrid. Ma quella serata non sarà tanto ricordata per la sconfitta subita dai bianconeri, quanto per il caos scoppiato proprio in piazza San Carlo in seguito a un falso allarme bomba. La folla, ammassata davanti ai maxischermi dove veniva proiettato il match, ha cominciato a dileguarsi correndo da un angolo all'altro della zona recintata per la psicosi di un attentato. Le immagini fanno immediatamente il giro del mondo. Il bilancio è drammatico: il numero dei feriti raggiunge quota 1527, e c'è anche una vittima, Erika Pioletti, 38 anni, morta in ospedale pochi giorni dopo l'incidente. La maggior parte di loro si era ferita sul tappeto di cocci di bottiglia che si stendeva su tutta la piazza visto che nessuno aveva emanato un’ordinanza che impedisse la distribuzione di bibite in vetro in occasione dell’evento, come raccontato a Fanpage.it da alcuni testimoni oculari. Sono 23 le persone indagate per omicidio colposo dalla Procura della città piemontese, tra cui il prefetto, la sindaca Chiara Appendino, l’allora capo di gabinetto Paolo Giordana, il questore Angelo Sanna e gli organizzatori di Turismo Torino , Maurizio Montagnese e Danilo Bessone.
Strage sulla Rambla di Barcellona
Un furgone si lancia a tutta velocità sulla folla di turisti e curiosi che passeggia sulla Rambla, la via principale di Barcellona, in Spagna. È il 17 agosto e la città è popolata da vacanzieri in arrivo da tutto il mondo. Il bilancio dell'ennesimo attentato rivendicato dall'Isis in Europa è ancora una volta drammatico: 13 sono le vittime, tra cui gli italiani Bruno Gulotta, 35 anni di Legnano, e Luca Russo, 25 anni di Bassano del Grappa, a cui si aggiunge l'italoargentina Carmen Lopardo, 80 anni. I feriti, invece, sono circa 80. Due persone sono state arrestate in seguito all'attacco, ma nessuna di loro era alla guida del pick-up killer. Poi, durante la notte, un nuovo attacco è stato compiuto a Cambrils, città catalana a circa due ore d'auto da Barcellona. Il piano della cellula jihadista sarebbe stato però diverso. I terroristi avrebbero voluto colpire la Sagrada Familia, simbolo della città catalana, ma l'esplosione nella notte precedente all’attacco sulla Rambla impedì la realizzazione del piano iniziale e convinse i terroristi ad agire diversamente.
Elezioni in Catalogna e la rinascita dei nazionalismi
L'1 ottobre 2017 si è svolto a Barcellona il referendum per l'indipendenza della Catalogna dalla Spagna. La vittoria del "sì" è stata schiacciante, con circa il 90 per cento delle preferenze, ma la decisione da parte del governo catalano, retto da Charles Puigdemont, a chiamare alle urne i cittadini è stata accompagnata da una serie di polemiche e duri scontri con l'esecutivo centrale di Madrid, guidato dal conservatore Mariano Rajoy. Quest'ultimo ha definito sin da subito la consultazione illegale e contraria alla Costituzione, sottolineandolo già prima del voto con una maxi operazione di polizia che ha portato al sequestro di schede e altro materiale refererendario e all'arresto di 14 persone legate al governo locale. Seguiranno manifestazioni di piazza, la proclamazione di indipendenza e il mandato di arresto per i ministri della Generalitat. Ma, alla fine, Madrid ricorre all'articolo 155 della Costituzione, annunciando nuove elezioni. Un evento, questo, dalla portata storica, se si considerano tutti i fronti caldi del nazionalismo che potrebbero mettere in pericolo l'equilibrio socio-politico dell'Unione europea.
Il Parlamento italiano approva la legge sul biotestamento
La legge sul biotestamento è stata approvata in via definitiva dal Parlamento italiano il 14 dicembre 2017, dopo polemiche e discussioni che hanno portato a modificare più volte il testo originario. L'Italia, insieme all'Irlanda, era l'unico paese europeo a non avere una norma che regolarizzasse la materia del fine vita. Il fulcro del provvedimento è l'articolo 3 sulle disposizioni anticipate di trattamento (DAT). Si tratta dell'espressione della volontà del paziente maggiorenne di ricevere o rifiutare le cure, nel caso raggiunga uno stato vegetativo, o nel caso arrivi ad uno stato di incoscienza, dovuto a una malattia cronica e invalidante. Le Dat, sempre revocabili, risultano inoltre vincolanti per il medico che è "in conseguenza di ciò esente da responsabilità civile o penale". Devono essere redatte per atto pubblico o per scrittura privata, con sottoscrizione autenticata da notaio o altro pubblico ufficiale o da un medico dipendente del Servizio sanitario nazionale o convenzionato. Nel caso in cui le condizioni fisiche del paziente non lo consentano, possono essere espresse anche attraverso videoregistrazione. Altra novità prevista dalla legge è il consenso informato.