Tutto ha inizio pochi giorni prima di Pasqua, quando un gruppetto di vegani si presenta in via Monte Rosa, intenzionato a picchiare Giuseppe Cruciani, l'irriverente conduttore della Zanzara che da mesi – o forse anni, ormai – provoca vegetariani, vegani e animalisti con battute varie e grotteschi siparietti in cui palesa con orgoglio la sua passione per la carne. Qualche giorno fa, il 26 marzo, accade un evento che nel giro di pochi minuti si trasforma in una vero e proprio psicodramma social: Cruciani accoglie alcuni vegani del Fronte Animalista che si sono dati appuntamento davanti alla sede di Radio24 per discutere in maniera decisamente poco civile con il conduttore, e li accoglie brandendo un salame.
Da una parte quindi abbiamo un Cruciani che si batte per la libertà di mangiare qualsiasi tipo di carne e contro chi pensa di potersi permettere di sindacare questa scelta, dall'altra invece ci sono gli animalisti che pretendono di imporre la propria visione "veg" a qualunque essere umano. Nel mezzo, è il buon senso il grande assente.
La colluttazione in realtà viene evitata, per pochissimo, ma la notizia dell'aggressione a Cruciani immediatamente viene rilanciata dai canali social della Zanzara. Le reazioni di solidarietà di artisti, giornalisti, comici si sprecano. Intervengono un po' tutti in favore del conduttore. Luca Bizzarri, ad esempio, posta sul suo profilo Facebook una foto di se stesso abbracciato ad un salame: "Solidarietà al compagno Cruciani dopo la barbara aggressione di stampo fascista subita. Libera finocchiona in libero stato!", scrive.
Un post evidentemente ironico che per tutto risposta non solo raccoglie gli insulti di decine di vegani diversamente democratici, ma a furia di ricevere segnalazioni è riuscito a guadagnarsi la rimozione dalla piattaforma social per "violazione degli standard di Facebook". Interessante e al tempo stesso singolare: il post di Bizzarri violerebbe quindi gli standard di Facebook, mentre i commenti in cui i vegani insultano chi mangia carne o peggio augurano loro morte e malattie varie ed eventuali vanno benissimo, invece. E se ne trovano a bizzeffe, facendo una breve ricerca, di simpatici epiteti che farebbero impallidire anche il più bieco degli anti-democratici. Insomma, non solo non si può più mangiare carne, ai nazi-vegani non sta bene nemmeno la libertà di espressione se questa viene utilizzata per prenderli sottilmente in giro, a giudicare dalle reazioni scomposte degli ultimi giorni.
Sostenere le ragioni di un provocatore come Cruciani non è per nulla semplice per me, ma quando dall'altra parte trovi un nutrito gruppo di vegani che pensa avere il diritto-dovere di farti cambiare alimentazione e convinzioni a suon di schiaffi, scegliere da che parte stare diventa un decisamente più facile. Cruciani sicuramente ha fatto della provocazione la sua cifra stilistica, certo è che la provocazione esiste perché per alcuni vegani il proselitismo è diventato una sorta di ragione di vita – e sui social network questo tipo di atteggiamento ai limiti del patologico, che definire anti-democratico non è che un eufemismo, per nulla si discosta da quello di una qualsiasi setta religiosa.
Contro la deriva nazi-animalista, non si può non difendere Giuseppe Cruciani. Prendere le sue parti significa innanzitutto tutelare la propria libertà individuale per contrastare chiunque pensi di poter annullare quella altrui e disporne a proprio piacimento solo perché convinto di essere seduto dalla parte della ragione.