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Dal prof in pensione all’infermiera incinta: chi sono le vittime dell’esplosione di Ravanusa

Questa mattina è salito a sette il numero delle vittime della violenta esplosione avvenuta a Ravanusa, nell’Agrigentino lo scorso sabato e che ha coinvolto quattro palazzine. Tra gli ultimi corpi recuperati anche quello di Selene Pagliarello, infermiera al nono mese di gravidanza.
A cura di Chiara Ammendola
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Dopo una notte di ricerche che non si sono mai interrotte sono stati ritrovati altri quattro corpi sotto le macerie della palazzina esplosa a Ravanusa, nell'Agrigentino, sabato sera: si tratterebbe secondo quanto riferito dal sindaco Carmelo D'Angelo di Selene Pagliarello, incinta di nove mesi, il marito Giuseppe Carmina, il padre di quest'ultimo Angelo Carmina e presumibilmente di Carmela Scibetta. Sale così a sette il numero delle vittime, mentre sono ancora due i dispersi, Calogero Carmina e il figlio Giuseppe.

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Si erano sposati lo scorso aprile Giuseppe e Selene che, al nono mese di gravidanza, avrebbe dato alla luce il loro primo figlio la prossima settimana. Infermiera al pronto soccorso dell'ospedale San Giovanni di Dio lei, operaio lui, non abitavano nella palazzina esplosa di via Trilussa a Ravanusa, ma erano andati a far visita ai genitori di Giuseppe, Angelo Carmina, 72 anni, e Maria Crescenza Zagarrio, 69, che vivevano al terzo piano. Dopo mesi di ansie e incertezze causati dal Covid e dal dover rimandare il proprio matrimonio, fissato inizialmente a settembre 2020, la coppia di neo sposi aveva pianificato le tappe del proprio futuro insieme che avrebbe visto nella nascita del proprio figlio il prossimo traguardo. Mentre Pietro Carmina, 68 anni, nel suo appartamento a Ravanusa, si godeva una meritata pensione dopo aver insegnato per quasi una vita storia e filosofia al liceo classico Ugo Foscolo di Canicattì, dove era stato anche vicepreside prima di appendere il registro al chiodo. Con lui la moglie Carmela Sciabetta, 60 anni, che lavorava in Comune come assistente sociale e che i colleghi descrivono come una persona allegra, serena e solare.

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I vigili del fuoco sono al lavoro senza sosta da oltre 36 ore per estrarre dalle macerie tutte le persone rimaste sepolte dopo il crollo avvenuto sabato sera, ma le speranze di trovare qualcuno ancora in vita si affievoliscono col passare delle ore. Non solo la palazzina di via Trilussa ma anche quelle circostanti, quattro in tutto, sono rimaste coinvolte nella deflagrazione che i residenti della zona raccontano come di una vera e propria bomba. Luca Carli, responsabile dei vigili del fuoco, ha spiegato che pian piano sono stati rimossi i calcinacci dei vari piani crollati e che questa procedura andrà avanti fino a quando non si troveranno i due dispersi. Intanto il fascicolo aperto in Procura ad Agrigento per omicidio colposo plurimo e disastro colposo servirà a fare luce sull'accaduto, soprattutto a chiarire da quanto tempo c'erano quelle perdite di gas nelle fondamenta che hanno provocato la deflagrazione.

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