Daisy Osakue, pm: “Lesioni senza l’aggravante razziale”. L’altro caso: “Io, aggredita nella stessa zona”
La procura di Torino ipotizza il reato di lesioni senza l'aggravante razziale nei confronti di Daisy Osakue, l'atleta italiana di origini nigeriane, aggredita nella notte tra domenica e lunedì. La giovane atleta però non ha dubbi: “Non volevano colpire me come Daisy, volevano colpire me come ragazza di colore“, ha detto ieri. I magistrati che indagano sull'accaduto al momento, però, a quanto pare, non avrebbero ravvisato elementi che facciano supporre a un'aggressione di tipo razzista. La 22enne, primatista italiana under 23 nel lancio del disco, è stata colpita al volto da un uovo lanciato da un’auto in corsa: trasportata all’ospedale Oftalmico di Torino, ha riportato una leggera abrasione alla cornea. Ha rischiato di non poter partecipare agli Europei di atletica, anche se ha fatto sapere: “Cascasse il mondo, ma a Berlino vado assolutamente”.
C’è da dire che nei giorni precedenti all’aggressione erano stati segnalati altri episodi analoghi e le vittime non erano di colore. Il Fiat Doblò da cui sono state lanciate le uova contro Daisy sarebbe già stata segnalata alle autorità nei giorni scorsi e oggi Brunella Gambino, 48 anni, residente nella stessa zona in cui è la giovane atleta è stata colpita, ha raccontato al Corriere della Sera di essere stata vittima di un fatto molto simile il 25 luglio, quindi quattro giorni prima l’aggressione della 23enne. La donna ha raccontato di essere appena uscita da una pizzeria con due amiche, nella stessa zona di Moncalieri dell’ultimo episodio, quando la macchina, con i fari spenti, ha accelerato verso di loro per poi lanciare delle uova. A differenza di quanto successo con Daisy, il Doblò avrebbe fatto il giro dell’isolato, per poi tornare sul posto e ripetere il lancio di uova. La 48enne ha detto di aver visto qualcuno sporgersi dall’auto, ma era troppo buio e la vettura procedeva troppo spedita perché potesse riconoscere il colpevole del gesto.