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Omicidio Yara Gambirasio

Da Yara Gambirasio a Montecchio: ecco l’uomo del furgone bianco

A Montecchio Maggiore, che dista un’ora e mezza circa da Brembate Di Sopra, due ragazzine sono state aggredite da un uomo che ha tentato di caricarle sul suo furgone bianco. Si indaga per cercare di comprendere se esista un filo che leghi questa vicenda alla morte di Yara Gambirasio.
A cura di danila mancini
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il maniaco del furgone bianco che ha aggredito le due ragazzine a Montecchio Maggiore
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Montecchio Maggiore è un comune popoloso della provincia di Vicenza, che dista un'ora e mezza circa da Brembate Di Sopra. Bisogna specificarlo perché è accaduto qualcosa, il 20 agosto scorso, che lega questi due luoghi, qualcosa che riguarda il furgone bianco e l'uomo misterioso, che lo conduce.

Via Sardegna è la strada periferica che dal centro di Montecchio porta alle abitazioni di due ragazzine, una bionda (14 anni) e l'altra bruna (13 anni), le quali hanno rilasciato un'importante testimonianza ai microfoni di Chi l'ha visto. Il 20 agosto scorso, sono state entrambe aggredite da un uomo, che ha tentato di caricarle su un furgone bianco. Durante quello che può essere definito a tutti gli effetti un assalto, l'uomo non ha pronunciato una parola, impassibile, sguardo imperturbabile e fare sicuro, come se lo avesse fatto altre volte…

il furgone bianco con il quale è avvenuta l'aggressione a Montrucchio

Ecco il furgone bianco di Montecchio Maggiore

Inizia il racconto la ragazzina bionda, che ha difeso con tutte le sue forze l'amichetta aggredita, con la quale stava passeggiando:

Lei mi ha detto che ha visto quest'uomo e io mi sono girata, facendo finta di niente. Ho iniziato ad aver paura perché non mi sembrava tanto normale. Abbiamo aumentato il passo e, dopo 5 minuti, abbiamo visto arrivare un furgone bianco uscire dal parcheggio della Scuola superiore. Ha costeggiato di fianco il parco giochi dell'asilo. E' sceso un uomo, che ha fatto finta di niente, ha aperto il portellone di fianco ed è salito sul furgone. Si è girato, poi è saltato giù dal furgone e si è piazzato davanti la mia amica. Abbiamo iniziato ad urlare come matte. Io l'ho aggredito con il cellulare e il libro preso dalla biblioteca…glieli ho lanciati addosso, poi ho preso la rincorsa e gli sono saltata sulla schiena e ho iniziato a dargli calci e pugni. Lui si è girato, mi ha mollato uno schiaffo e mi ha buttato per terra. Ha potuto così afferrare la mia amica un'altra volta per il collo.

La ragazzina bruna poi aggiunge:

Si è messo davanti a me e mi ha preso per il collo. Allora mi sono buttata per terra perché ho pensato che faceva più fatica a caricarmi. La mia amica ha iniziato ad urlare e lo ha aggredito. Ma lui mi ha afferrato di nuovo per il collo per trascinarmi nel furgone. Io ho urlato…Dal parcheggio dell'ospedale poi è arrivato un signore, che ci ha detto di essersi allarmato per un uomo che ci inseguiva a piedi e che è rimasto lì a guardare…

Grazie all'intervento di un passante, che ha iniziato a bussare il clacson per intimare all'aggressore di lasciare le due ragazzine, entrambe si sono salvate da chissà quale destino. L'uomo (che vedete nella foto, mostrata durante la diretta di Chi l'ha visto) è stato arrestato grazie alla loro testimonianza e riconosciuto tramite una fotografia. Individuato anche il misterioso furgone bianco, di cui si è parlato per mesi a Brembate di Sopra.

La suggestione è forte, visto che nel comune bergamasco e in quelli limitrofi lo citano tutti, come se fosse ormai un terribile mito di cui vorrebbero liberarsi al più presto. E infatti, le due testimonianze, raccolte dagli inquirenti, rendono la suggestione più concreta: prima quella di una donna di Ambivere (un piccolo comune che dista pochi chilometri da Brembate), che ha udito dal furgone bianco le grida di una ragazzina, testimonianza ancora tutta da accertare. Poi si faccia riferimento anche al racconto di una donna, che è ritornata dagli inquirenti, dopo aver subito uno scippo il 4 marzo scorso, per dire loro di aver visto il rapinatore nei pressi di via Rampinelli, proprio nei giorni in cui è scomparsa Yara. La testimone ricorda uomini sospetti e il furgone bianco, parcheggiato vicino all'ufficio delle Poste.

Questo, mezzo, dunque ritorna con una certa frequenza nelle dichiarazioni di chi creder di aver visto e udito qualcosa quel maledetto 26 novembre: sarà compito degli inquirenti confermare o meno che si tratti solo di coincidenze. Intanto bisogna ricordare che la suggestione non significa certezza: è importante precisare che l'aggressore di Montecchio non avrebbe mai potuto rapire Yara, perché il 26 novembre scorso era già in carcere. Almeno lui no…

Ritornando al racconto delle due ragazzine di Montecchio, il dettaglio importante è che, mentre ha avuto luogo l'aggressione, a poca distanza, un altro uomo osservava la scena, un uomo che già da molto seguiva le due ragazzine e che purtroppo non è mai stato identificato. E' lecito domandarsi chi sia, se dunque possa essere il complice dell'aggressore di Montecchio.

Ma la testimonianza delle due ragazzine continua fino alla descrizione di quest'uomo, che ha osservato senza intervenire…

Si era fermato a circa cinquanta metri da loro, seduto in cima al muretto di un villetta a ridosso della salita, come se aspettasse chissà cosa. A confermarlo il passante che ha prestato soccorso alle due ragazzine. Era cicciotello, con pochi capelli che spuntavano dal cappello, non molto alto e indossava una shirt con le maniche a 3/4, i pantaloni corti scuri, un paio di scarpe da ginnastica. Inoltre portava gli occhiali. Avrà avuto la stessa età dell'aggressore, ossia intorno ai 40 anni.

C'è da aggiungere, inoltre, che i carabinieri di Bergamo si sono messi subito in contatto con quelli di Montecchio Maggiore, per scoprire magari un collegamento tra questa aggressione e la morte di Yara Gambirasio.

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