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Precari della scuola

“Da Sud a Nord per una supplenza a scuola, ma sono ancora precaria e senza stipendio. Questa non è vita”

Riceviamo e pubblichiamo la lettera di una docente precaria costretta a trasferirsi dal Sud al Nord per lavorare: “Ci ritroviamo senza alcuna certezza per il nostro futuro lavorativo e personale nonostante abbiamo superato il concorso”.
A cura di Redazione
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Pubblichiamo di seguito la lunga lettera che ci ha scritto una lettrice a proposito della sua esperienza nel mondo del lavoro, nello specifico in quello della scuola.

La lettera a Fanpage.it

Sono una docente e invio questa lettera per portare la mia testimonianza sulle tante problematiche che riguardano la scuola e in particolare noi insegnanti. Sono una docente precaria meridionale costretta come tanti altri colleghi a trasferirsi al Nord lontano da casa per avere l'opportunità di una supplenza. Ricordo che il primo contratto che ho avuto è stato nel 2021 ed era un contratto su posto, accantonato con clausola risolutiva, vale a dire che non sapevo nemmeno quanto effettivamente sarebbe durato. Infatti, una volta individuati i vincitori di concorso, io sono stata mandata via da un giorno all'altro.

Ovviamente vi lascio immaginare cosa voglia dire questo anche per gli studenti, costretti a cambiare continuamente insegnante durante lo stesso anno scolastico. Inoltre, io (come gli altri colleghi) mi sono trovata costretta a accettare questa tipologia di contratto perché avevo bisogno di maturare punteggio. Un altro problema che ho riscontrato ha riguardato lo stipendio. Pensate che ancora non mi è stato pagato lo stipendio di giugno, e siamo a settembre. Soprattutto per chi ha supplenze brevi, lo stipendio non arriva mai puntuale e si parla di mesi di attesa. Ricordo che da settembre ho dovuto aspettare fino a gennaio per avere un solo stipendio tra i 4 che mi spettavano.

Mi sembra davvero vergognoso tutto questo. Tra l'altro, dovendo vivere fuori perché la mia terra non mi offre opportunità, non è semplice vivere senza stipendio e dover anticipare soldi su soldi a fronte di uno stipendio davvero misero, visto che ammonta a circa 1500 euro al mese. Personalmente trovo difficoltà a mettere da parte dei soldi che sarebbero utili per il mio futuro, ad esempio per comprare casa o altro. L'idea stessa di futuro ci viene tolta e sostituita da un mondo di continue incertezze, in cui diventiamo pedine spostate di scuola in scuola dove fa più comodo. Un mondo in cui nulla è certo, in cui non sappiamo se, quando e dove lavoreremo.

Questo perché fa più comodo avere più di 250.000 precari senza diritti piuttosto che assumere delle persone di ruolo. La difficoltà a mettere da parte soldi dipende anche dal fatto che tutta la formazione obbligatoria è a nostro carico. Basta pensare al corso di formazione di 60 CFU che si sono inventati negli ultimi tempi dal costo di 2500 euro o il corso TFA per abilitarsi sul sostegno di 3500. Tutti questi corsi vanno seguiti nel weekend e nel frattempo dobbiamo anche lavorare.

Oltre a questi c'è tutta la compravendita di certificazioni varie che sei "costretto" a prendere per aumentare il tuo punteggio, altrimenti non lavori. Soldi su soldi che arricchiscono università ed enti a nostre spese. È diventata tutta una corsa, una competizione continua tra di noi per ottenere un lavoro, che dovrebbe essere un diritto fondamentale per tutti.

Passiamo ora a parlare dei concorsi. Una mole di studio assurdo per lo scritto e l'orale che tutti abbiamo portato avanti mentre lavoravamo a scuola. All'orale commissioni totalmente impreparate su legislazione e informatica, materie su cui loro dovrebbero valutarci. Una volta calcolati tutti i punteggi, il bando prevedeva una graduatoria con solo i vincitori, cioè solo coloro che avevano ottenuto il ruolo. Per tutti gli altri che hanno superato le prove anche con voti alti, non è dato di conoscere la propria posizione in graduatoria. Per la Campania noi docenti di lettere anche con più di 200 punti su 250 non siamo riusciti a risultare vincitori, in quanto più del 50% posti sono stati dati alle riserve (chi ha almeno 3 anni di servizio, chi ha fatto il servizio civile universale, 104), nonostante per legge alle riserve spettasse massimo il 50% dei posti.

Quindi, ora ci ritroviamo senza alcuna certezza per il nostro futuro lavorativo e personale nonostante abbiamo superato il concorso. Le supplenze cominciano a diminuire per effetto dei concorsi, per il fatto che hanno accorpato tantissime scuole in modo da ridurre il personale e quindi tagliare i costi. Spero che leggerete questa mia lettera e che riusciate a dare voce alle difficoltà che noi docenti viviamo quotidianamente nella nostra non-vita.

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