Da Papa Francesco un messaggio all’ONU: “I nazionalismi chiusi sono la causa delle guerre”
"Stiamo attraversando un momento cruciale per l'umanità, nel quale la pace sembra soccombere davanti alla guerra. I conflitti aumentano e la stabilità è messa sempre più a rischio. Stiamo vivendo una terza guerra mondiale a pezzi che, più passa il tempo, più pare espandersi". È uno dei passaggi della lettera che Papa Francesco, ancora convalescente al Policlinico Gemelli di Roma, ha inviato ieri alla riunione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite di New York.
"Il Consiglio, che ha come mandato quello di vigilare sulla sicurezza e sulla pace nel mondo, agli occhi dei popoli pare a volte impotente e paralizzato", afferma il Pontefice, il cui messaggio è stato letto dall’arcivescovo Paul Richard Gallagher, segretario per i Rapporti con gli Stati e le Organizzazioni internazionali. Erano presenti all'appuntamento sul tema "I valori della fraternità umana nel promuovere e sostenere la pace" , il segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres, e il grande imam di al-Azhar, Muḥammad Aḥmad al-Tayyib.
"Si torna indietro nella storia a causa dei nazionalismi"
La missiva di Bergoglio si apre con l'analisi del "momento cruciale" che l’umanità sta attraversando, "nel quale la pace sembra soccombere davanti alla guerra" in un contesto in cui sembra "si stia tornando nuovamente indietro nella storia, con l’insorgere di nazionalismi chiusi, esasperati, risentiti e aggressivi, i quali hanno acceso conflitti non solo anacronistici e superati, ma persino più violenti".
No a ideologie e interessi di parte
Rivolgendosi direttamente al Consiglio di sicurezza dell’Onu il Papa afferma che, nonostante le difficoltà, "il vostro lavoro, apprezzato dalla Santa Sede, è essenziale per promuovere la pace e proprio per questo vorrei invitarvi, in modo accorato, ad affrontare i problemi comuni prendendo le distanze da ideologie e particolarismi, da visioni e interessi di parte". Un unico intento deve muovere tutta quest’opera: "Adoperarvi per il bene dell’umanità intera". Infatti, scrive Bergoglio, "dal Consiglio ci si aspetta che rispetti e applichi la Carta delle Nazioni Unite con trasparenza e sincerità, senza secondi fini, come un punto di riferimento obbligatorio di giustizia e non come uno strumento per mascherare intenzioni ambigue".
"I soldi guadagnati con la vendita delle armi sono soldi sporchi di sangue"
Papa ha affermato che la pace è "il sogno di Dio per l’umanità". Ma non può non constatare con rammarico che “a causa della guerra questo sogno meraviglioso si sta tramutando in un incubo”. La causa del problema è anche economica, ammette Francesco: "La guerra invoglia spesso più della pace, in quanto favorisce i guadagni, ma sempre di pochi e a scapito del benessere di intere popolazioni; perciò i soldi guadagnati con la vendita delle armi sono soldi sporchi di sangue innocente".
Il pericolo della guerra nucleare
Per costruire la pace, insiste Bergoglio, "dobbiamo uscire dalla logica della legittimità della guerra", anche perché "oggi, con le armi nucleari e di distruzione di massa, il campo di battaglia è diventato praticamente illimitato e gli effetti potenzialmente catastrofici". È venuto allora il momento di "dire seriamente ‘no’ alla guerra" e ribadire invece il “sì” ad "una pace stabile e duratura, non costruita sull’equilibrio pericolante della deterrenza, ma sulla fraternità che ci accomuna".