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Lo Stato porta le slot machine direttamente nelle case, si gioca online

Da lunedì, i Monopoli di Stato autorizzano oltre mille nuovi giochi d’azzardo in Rete. Se nel decreto sanità di Balduzzi si discuteva sulla distanza tra le macchinette e chiese/ospedali/scuole, adesso i giochi entreranno direttamente nelle nostre case.
A cura di Biagio Chiariello
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Basterà un codice fiscale (per dimostri la maggiore età) e il numero di una carta di credito, e sarà possibile giocare alle più di mille nuove slot digitali, da lunedì legalmente in Rete grazie all'autorizzazione dei Monopoli di Stato. E questo accade a poco più di due mesi dal decreto Balduzzi di riordino della sanità che, tra le altre cose, imponeva la "stretta" sui videopoker. Nel "pacchetto" contro il gioco d'azzardo si discuteva su quale dovesse essere la distanza più giusta tra le slot e i luoghi più "sensibili" come ospedali, chiese e sopratutto scuole. Un provvedimento lodevole, che ben rappresentava la dichiarazione di guerra del governo alle ludopatie. A ben vedere quella norma fu stralciata dal decreto; meglio limitarsi a fissare il principio di «evitare la prossimità» a scuole e ospedali, si disse, demandando ai Monopoli la riesamina progressivamente la posizione delle sale slot eccessivamente vicine a scuole, chiese e ospedali, sulla base delle indicazioni trasmesse dai Comuni.

Dunque, non si giocherà nei pressi di scuole o ospedali. Ma direttamente a casa, comodamente seduti sul proprio divano. Ci sarà da preoccuparsi? Mah, alla fine stiamo parlando solo del naturale processo che ha visto crescere in maniera vertiginosa l’offerta di gioco d’azzardo (legale) nel nostro Paese, contribuendo ad un giro d’affari considerevole per le casse dello Stato che vive una decrescita del Pil fra le più rapide al mondo. Come spiega anche il Corriere della Sera:

 Nelle scommesse legali gli italiani hanno speso 15,4 miliardi di euro nel 2003 e 79,8 miliardi nel 2011. È un incremento del 52% l'anno, per un fatturato che vale il 5% del Pil e mette il settore fra le prime industrie del Paese. In base ai dati dei Monopoli, in Italia la spesa media in scommesse per abitante maggiorenne è stata di 1.586 euro nel 2011: il 13,5% del reddito. È ormai una delle grandi voci di spesa degli italiani, che nel frattempo tirano la cinghia su tutto il resto. Ogni euro in più speso in scommesse, spesso, è un euro in meno in acquisti di prodotti utili di imprese italiane rimaste oggi senza mercato nel Paese. 

In parole povere, il gioco d'azzardo frutta all'Erario quanto una mini-manovra, qualcosa come 8 miliardi di euro l'anno. «In totale si tratta di entrate che riducono il deficit di quasi l'1% del Pil ogni anno» scrive sempre il quotidiano. Non è certo un caso se con la frenata del gioco nel corso di quest'anno, anche le entrate per lo Stato per la prima volta sono calate di 500 milioni di euro. Ben vengano le slot machine, dunque, è il pensiero dei ministeri.

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