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Da oggi in vigore il nuovo Padre Nostro: addio al “non indurci in tentazione”

Per la prima volta da quando è stato accantonato il latino nella liturgia, i credenti dovranno cambiare il proprio modo di pregare. Alla fine della cerimonia domenicale non si sentirà più “la messa è finita andate in pace” ma “andate e annunciate il Vangelo del Signore” oppure l’antico “ite missa est”.
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Da oggi entra ufficialmente in vigore in tutta Italia la nuova versione del Padre Nostro: per la prima volta da quando è stato accantonato il latino nella liturgia, i credenti dovranno cambiare il proprio modo di pregare, utilizzando parole differenti da quelle a cui sono stati da sempre abituati. E’ questa la più importante novità del nuovo messale romano, della cui introduzione si parla ormai da oltre dieci anni.

Dopo il “rimetti a noi i nostri debiti” si dovrà aggiungere “come anche noi li rimettiamo” ai nostri debitori. Una modifica piccola ma significativa. Il cambiamento su cui discutono i teologi già molto tempo, invece, si trova più avanti nella preghiera che fu recitata, per la prima volta, proprio da Gesù Cristo. Scompare per sempre il “non ci indurre in tentazione”, ritenuto da decenni “stonato” perché Dio non indurrebbe il credente a cadere in errore. Papa Francesco in persona ha voluto che il testo, in vigore da oggi, venisse modificato con un più chiaro “non abbandonarci alla tentazione”.

Oggi, prima domenica di avvento per la Chiesa cattolica, cambiano anche altre parti della messa, a partire dai riti di introduzione. L’atto penitenziale inizierà con “Confesso a Dio onnipotente e a voi, fratelli e sorelle…” e continuerà con “E supplico la beata sempre Vergine Maria, gli angeli, i santi e voi, fratelli e sorelle…”. La volontà del Papa è stata, dunque, aggiungere un richiamo chiaro alle donne in una liturgia in cui il celebrante usa quasi sempre termini al maschile.

Scompare “pace agli uomini di buona volontà” nel gloria, sostituito con “pace agli uomini amati dal Signore”. Le invocazioni “Signore, pietà, Cristo, pietà” sono, poi, sostituite dai corrispondenti in lingua greca: “Kyrie eleison, Christe eleison”. Si invocava il Signore con “ricordati di tutti i presenti”, ma questo non avverrà più. La nuova locuzione è “Ricordati di tutti coloro che sono qui riuniti” perché i fedeli non sono semplicemente presenti alla messa, ma tutti quelli riuniti nel nome di Cristo. Cambia anche la Preghiera eucaristica della Riconciliazione: “prese il calice del vino e di nuovo rese grazie” diventa “prese il calice colmo del frutto della vite”.

Quando, alla fine della pandemia, i fedeli potranno di nuovo darsi la mano in chiesa, non sentiranno più “scambiatevi un segno di pace” ma “scambiatevi il dono della pace” e cambia anche la consacrazione: “Ecco l’Agnello di Dio, ecco colui che toglie i peccati del mondo. Beati gli invitati alla cena dell’Agnello” sostituisce “Beati gli invitati alla cena del Signore”.

Infine, non si sentirà mai più “la messa è finita, andate in pace”. I sacerdoti potranno scegliere tra due diverse opzioni: “andate e annunciate il Vangelo del Signore” o “Ite, misse est”, l’antica frase latina. Oggi, insomma, si fa un pezzetto di storia della Chiesa.

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