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Da novembre scadono i conti dormienti: quali sono i risparmi che gli italiani rischiano di perdere

Da novembre 2018 iniziano a scadere i termini per poter recuperare le somme dei conti dormienti, ovvero quelle cifre dimenticate sia come depositi di denaro che come risparmi, conti correnti e azioni. Sono dormienti quei conti su cui non vengono effettuati prelievi o operazioni da, in totale, venti anni.
A cura di Stefano Rizzuti
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Da novembre 2018 iniziano a scadere i termini per poter recuperare le somme nei conti dormienti che sono affluiti nel Fondo rapporti dormienti a partire dal novembre 2008. In sostanza, non si possono più esigere quelle somme relative a conti (ma non solo) che non vengono mosse da venti anni. Su questo fondo sono affluite tutte le somme inutilizzate relative a strumenti bancari e finanziari, per importi di almeno 100 euro, che non vengono movimentate dal titolare (o dai delegati ed eredi) per un tempo ininterrotto di dieci anni a partire dalla data di libera disponibilità delle somme.

Il termine di prescrizione si applica quando sono trascorsi dieci anni dal momento in cui le somme – già ferme da altri dieci anni – sono state trasferite al Fondo, esclusi gli assegni circolari che hanno termini diversi di prescrizione. Sono quindi somme ferme da 20 anni per le quali il ministero dell’Economia ritiene “opportuno invitare a effettuare una verifica puntuale sull’esistenza di conti dormienti intestati a proprio nome o a nome di familiari di cui possano risultare eredi, al fine di inoltrare, nel caso, domanda di rimborso in tempo utile”.

Cosa rientra nei conti dormienti

Nella categoria dei conti dormienti rientrano non solo depositi di denaro, ma anche libretti di risparmio bancari e postali, conti correnti bancari e postali, azioni, obbligazioni, certificati di deposito e fondi d’investimento, oltre agli assegni circolari non riscossi entro il termine di prescrizione. Un conto diventa dormiente dopo dieci anni senza operazioni o senza che vengano presi soldi. Si tratta di somme che possono essere anche alte e che spesso appartengono a persone defunte e gli eredi, magari, non ne sono a conoscenza. Dopo dieci anni questi conti finiscono nelle casse pubbliche. Rimangono poi disponibili per altri dieci anni nelle casse dello Stato, per un totale di 20 anni.

Come controllare se si hanno conti dormienti

Il ministero dell’Economia invita a “effettuare una verifica puntuale sull’esistenza di conti dormienti intestati a proprio nome o a nome di familiari” sulla banca dati Consap. La banca dati è messa a disposizione da Consap Spa, a cui sono state affidate le procedure di rimborso. È raggiungibile all’indirizzo www.consap.it/servizi-economia/fondo-rapporti-dormienti, selezionando l'opzione “cerca rapporto dormiente”. Le domande di rimborso possono essere presentate a Consap Spa per via telematica tramite il Portale Unico (http://portale.consap.it/), oppure a mezzo raccomandata a/r o anche con raccomandata presentata a mano nella sede della società.

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