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Da Fiat ok alla nomina dei delegati Fiom ma chiede un intervento legislativo

Dopo la sentenza della Corte Costituzionale la Fiat ha deciso di accettare i delegati sindacali Fiom ma avverte che senza legge sulla rappresentanza non ci sarà un impegno dell’azienda in Italia.
A cura di Antonio Palma
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Svolta in casa Fiat, dopo una lunga vicenda giudiziaria dall'azienda torinese oggi è arrivato l'annuncio che la società è pronta ad accettare le nomine dei delegati sindacali Fiom a seguito della sentenza della Corte Costituzionale del 23 luglio scorso.  In una nota stampa la casa automobilistica ha spiegato che in questo modo l’azienda intende rispondere "in maniera definitiva ad ogni ulteriore strumentale polemica in relazione all’applicazione della decisione della Suprema Corte", ma nello stesso comunicato la Fiat ha voluto ribadire la necessita di una riforma legislativa sul tema. Dal lingotto infatti hanno sottolineato che o si fanno le norme sulle relazioni sindacali o non si può garantire l'impegno del gruppo in Italia.

La sentenza della Suprema Corte "fissa, come ovvio, un principio di carattere generale – la titolarità dei diritti di cui all'articolo 19 dello Statuto dei Lavoratori alle Organizzazioni sindacali che abbiano partecipato alle trattative per la sottoscrizione dei contratti applicati in azienda – la cui riferibilità alla Fiom nella concreta situazione Fiat è più che dubbia" si legge infatti nella nota della Fiat. "In ogni caso, come peraltro suggerito anche dalla Corte Costituzionale, un intervento legislativo è ineludibile" prosegue il messaggio della casa automobilistica, perché "la certezza del diritto in una materia così delicata come quella della rappresentanza sindacale e dell’esigibilità dei contratti è una condicio sine qua non per la continuità stessa dell’impegno industriale di Fiat in Italia".

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