Da Cosenza la storia dei tre musulmani che producono ostie per i fedeli cristiani
Arrivati dalla Libia su un barcone, tre musulmani si mettono a produrre ostie per i cristiani. È questa la storia di Sadia, Madi, Adama e di un calabrese, Umile Trasi, artigiano e commerciante, che produce ostie artigianali nel suo negozio di articoli religiosi nei pressi della cattedrale di Santa Maria Assunta a Cosenza.
"Sì, sono musulmano, ma non ho nessun problema a fare questo lavoro. Anzi lo vivo come un’occasione per ringraziare la religione del vostro Paese, il Paese che ci ha accolto", racconta Madi, 20enne di origine senegalese, a Vanity Fair. Ha studiato economia ed è partito perché aveva "voglia di libertà e di nuove opportunità". In Italia ha iniziato a frequentare un corso per la produzione di pasta fresca artigianale e un tirocinio in un supermercato con la promessa di un'assunzione. Il suo obiettivo è quello di diventare un imprenditore e la produzione di ostie sembra essere un progetto interessante. "Sono concentratissimo e se sono venuto in Italia è per fare qualcosa in cui credo", spiega il 20enne. Gli altri due sono ivoriani e anche loro, come Madi, sono arrivati dalla Libia."Ho tanta voglia di lavorare, so che ce la farò. Speriamo che con le ostie ci aiuti anche il vostro Dio", dice Sadia, 21 anni.
"C’è una grande concorrenza sulle ostie, ma anche una grande richiesta. Un tempo questa produzione era gestita da una congregazione di suore nata proprio per questo scopo, e in ogni diocesi c’era un laboratorio. Poi, con la crisi delle vocazioni, il mercato è cambiato. È arrivata la grande industria che le esporta in tutto il mondo, ma c’è spazio per un prodotto di nicchia e di qualità, fatto con farine artigianali e con il valore aggiunto di tre ragazzi musulmani disponibili a realizzare il simbolo della religione cristiana. Partiamo già forti di un collegamento stretto con la diocesi di Cosenza che ci permette la distribuzione di ostie in tutto il suo territorio- racconta l'artigiano calabrese a Vanity Fair -. Con mia moglie lavoravamo anche di notte, un mestolo dopo l’altro, per soddisfare la richiesta. Poi ci siamo stancati, sono arrivate le ostie industriali, dove da una parte metti il sacco di farina e dall’altra ti vengono fuori le buste già chiuse. Arrivano dalla Polonia, ma sono un’altra cosa rispetto a quelle artigianali".