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Da 9 mesi in carcere in Romania per droga, la madre denuncia: “Filippo in cella in condizioni inumane”

Filippo Mosca, 29 anni, da 9 mesi si trova in carcere per droga in Romania dopo la condanna ricevuta in primo grado. Secondo la madre, il ragazzo sarebbe in cella con altre 24 persone e avrebbe subito violenze, rischiando anche l’accoltellamento.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Detenuto da quasi 9 mesi nel carcere di Porta Alba di Costanza in Romania per una condanna in primo grado per traffico internazionale di droga. Il protagonista della vicenda è Filippo Mosca, un giovane 29enne originario di Caltanissetta che aveva deciso di andare in Romania per partecipare a un festival di musica con alcuni amici che da tempo vivevano nel paese.

La vacanza si è però trasformata in breve tempo in un incubo e oggi Filippo si trova in carcere da ormai 9 mesi. La mamma del 29enne, Ornella Matraxia, 55 anni, ha fatto sapere che il giovane si trova in dietro le sbarre in "condizioni disumane". "Mio figlio – ha spiegato la donna – vive in una cella di rca 30 mq con altre 24 persone che hanno a disposizione un buco sul pavimento come bagno. Non un bagno alla turca, ma un buco, usato da tutti e sempre intasato che non viene mai pulito. Le condizioni igienico-sanitarie sono disastrose".

Secondo quanto reso noto, il 29enne sarebbe stato arrestato in occasione del suo viaggio in Romania a inizio del maggio scorso. Qui, Mosca avrebbe forse portato con sé alcuni spinelli che gli sono valsi l'accusa dalle autorità rumene di traffico internazionale di stupefacenti. Condannato in primo grado a 8 anni di detenzione, da 9 mesi vivrebbe ormai in condizioni inumane nel carcere di Porta Alba di Costanza.

Il deputato di Italia Viva Roberto Giachetti ha annunciato un'interrogazione parlamentare sul tema, così come Rita Bernardini di Nessuno Tocchi Caino che ha annunciato di voler mettere a disposizione un legale per intervenire con la Corte europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo. Nella giornata di ieri, Mosca avrebbe anche subito violenze da parte di altri detenuti rischiando di essere accoltellato. Il caso è noto anche alla Farnesina con cui la madre del 29enne è sempre in contatto.

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