“Da 15 anni Vienna per me è ‘casa’, una città accogliente e dinamica che sostiene giovani e famiglie”
Antonella, classe 1984, è originaria di Isola di Capo Rizzuto (Crotone), ma 14 anni fa si è trasferita a Vienna con il suo attuale marito.
"Sono arrivata definitivamente nel 2010, anche se ero venuta qui a Vienna già l'anno prima per far visita al mio fidanzato che all'epoca studiava all'Accademia Diplomatica con una borsa di studio. – ha raccontato a Fanpage.it – Dopo esserci sposati, abbiamo deciso insieme di intraprendere un percorso lavorativo e di vita qui".
Ad Antonella abbiamo chiesto di raccontarci la sua storia, i motivi della sua scelta e cosa pensa della capitale austriaca: "È una città internazionale, dinamica, un'incubatrice di energia e idee nuove. I prezzi negli ultimi anni sono aumentati ma ci sono una serie di soluzioni per venire incontro a tutti".
Quando e perché hai deciso di trasferirti a Vienna?
Sono arrivata definitivamente nel 2010, anche se ero venuta qui a Vienna già l'anno prima per far visita al mio fidanzato che all'epoca studiava all'Accademia Diplomatica. Dopo esserci sposati, abbiamo deciso insieme di intraprendere un percorso lavorativo e di vita qui.
All'epoca lavoravo su un progetto a contratto per l’Azienda Ospedaliero Universitaria delle Marche, grazie ai miei studi in Biotecnologie. Tuttavia, ho deciso di lasciare quel posto poiché non mi garantiva un sostentamento adeguato. Non volendo gravare finanziariamente sulla mia famiglia d’origine, ho scelto di prendere questa decisione e lasciare il mio Paese.
Una scelta che è stata proprio legata alle opportunità lavorative perché qui in Italia per tutti e due non si erano aperte delle prospettive davvero valide. Abbiamo sempre avuto la necessità di mantenerci, quando ci siamo incontrati eravamo studenti fuorisede a Pesaro, la città dove ci siamo conosciuti e dove lavoravamo entrambi.
Grazie ai contatti dell'Accademia Diplomatica, mi è stato detto che cercavano dei native speaker che affiancassero i docenti per l'insegnamento dell'italiano come lingua straniera e ho iniziato a presentare domanda per questo ruolo, specifico per le scuole superiori. Così ho iniziato a fare la mia esperienza di insegnamento.
Dopo un anno e mezzo di ‘gavetta', ho avuto il mio primo contratto. Nel 2012 poi è arrivato il nostro primo figlio e oggi abbiamo tre bambini. All'epoca ero andata un po' in crisi perché temevo che con la maternità avrei dovuto ricominciare da capo. Invece, mi dissero che potevo rientrare entro 6 mesi, che è il periodo base qui.
Ho sfruttato quel momento anche per formarmi e specializzarmi, ho iniziato a frequentare un master specifico per l'insegnamento dell'italiano come lingua e cultura straniera.
Come mai avete scelto proprio Vienna?
La scelta di Vienna è stata dettata dalle opzioni di studio che ci sono state offerte. Volevamo fare un'esperienza all'estero in una città con molte possibilità lavorative. Eravamo indecisi tra Londra e Vienna, dove mio marito, all'epoca mio fidanzato, aveva ottenuto la borsa di studio alla Diplomatische Akademie.
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E io così, in maniera molto pragmatica, mi sono detta: "Londra è troppo cara", quindi abbiamo scelto Vienna. Sicuramente, alla base della mia scelta, c'è stato anche l'amore. All'epoca avevo fatto da poco il concorso per entrare nell’Arma dei Carabinieri per poter accedere al Reparto Investigazioni Scientifiche( Ris), ma non sarei riuscita a sostenere una relazione a distanza.
Mio marito dopo la laurea in Scienze Politiche e Relazioni internazionali voleva intraprendere una carriera diplomatica in ambito internazionale, per l’appunto. Attualmente lavora a Vienna per un’agenzia specializzata delle Nazioni Unite che si occupa dello sviluppo industriale sostenibile.
Da settembre io ho un contratto presso il Ministero della Difesa austriaco, lavoro nel dipartimento dell'Accademia statale di difesa delle forze armate austriache, precisamente nell’Istituto linguistico.
Questo fornisce le competenze necessarie per la cooperazione internazionale, gli incarichi all’estero e i compiti diplomatici. Mi occupo dei corsi di formazione linguistica e terminologica per studenti adulti e anche degli esami di italiano per la certificazione.
Cosa ti piace di Vienna e cosa invece non ti piace dopo tanti anni che vivi lì?
A Vienna c'è un'ottima qualità della vita e lo si vede quotidianamente. I servizi ci sono e c'è un welfare che sostiene le famiglie. Abbiamo tre bambini, qui non ci sono i nostri genitori e ci affidiamo a baby sitter in maniera molto sporadica, ma ce la caviamo benissimo solo noi due.
Mi piace tantissimo il sostegno alle famiglie e il supporto che c'è per le donne dopo la gravidanza, c'è davvero una particolare attenzione a questo. Certo, non è che sia tutto rose e fiori. Per esempio, anche qui per il contratto a tempo indeterminato ci vogliono anni di lavoro in un'azienda, ma hanno più tipologie di contratti e più elasticità per i liberi professionisti.
Sicuramente qui soffro il tempo uggioso, il clima, se vogliamo dire una cosa forse un scontata, perché gli inverni sono lunghi e freddi e mi manca spesso il mare. Ma devo proprio sforzarmi per trovare qualcosa che non mi piace di Vienna.
Offre davvero tanto come città da un punto di vista culturale e di iniziative. In giornate con il brutto tempo, per esempio, ci si può rifugiare in uno dei tanti Musei o nelle numerose biblioteche comunali.
E, in più, è una città accessibile a tutti. I primi tempi temevo che non mi sarei mai potuta permettere di andare all'Opera o a teatro, invece si può accedere con biglietti scontatissimi per gli studenti o le famiglie. Un altro esempio: i bambini fino a 6 anni viaggiano gratuitamente con i mezzi pubblici.
Questo regolamento viene applicato anche la domenica e nei giorni festivi per studenti di qualsiasi scuola austriaca fino all’età di 24 anni, basta esibire una tessera dello studente. Ci sono tutta una serie di accortezze che da anni il Comune promuove.
Parlavi già tedesco prima di arrivare?
No, assolutamente no, sapevo davvero solo qualche parola. All'inizio è stato un po' uno shock, ma ho avuto la possibilità di immergermi nella lingua e ho iniziato a seguire un corso dopo pochi mesi che ero a Vienna.
Sono arrivata qui quando avevo 27 anni, ora ne ho 40 e continuo a imparare. Perché è sicuramente una lingua molto complessa, ha una struttura molto differente dall'italiano, che non lascia molta possibilità d'errore. Però, anche in questo caso, alcuni corsi, se vengono fatti attraverso le aziende, sono gratuiti e per gli studenti hanno prezzi agevolati.
Molti si chiedono se è importante parlare il tedesco a Vienna. Io posso dire che dipende da cosa una persona fa. In un ambiente lavorativo internazionale, per esempio, si comunica in inglese. Ma per vivere, godersi le opportunità che la città offre, integrarsi meglio, serve. Per questo sono stata convinta fin da subito della scelta di studiare il tedesco.
Come ti trovi con il cibo?
Rispetto a 10 anni fa le cose sono molto cambiate. Oggi si trova di tutto, ci sono anche tanti ristoranti italiani. Quindi, non posso dirti che sento la mancanza del cibo italiano. Mangiamo molto internazionale. Anche la cucina austriaca è gustosa, ci sono tanti ortaggi alla base ed è molto variegata.
Poi, per me che sono un'appassionata dei mercati, Vienna è perfetta: ogni quartiere ne ha uno e ci sono prodotti locali e internazionali. Così possiamo continuare a seguire la dieta mediterranea anche qui. I sapori non sono stati uno shock, a differenza della lingua che mi ha fatto fare sicuramente qualche pianto. In più, hanno una pasticceria eccezionale!
Come sono i viennesi?
Noi abbiamo contatti internazionali, conosciamo persone da tutto il mondo perché Vienna è così. Per scelta abbiamo deciso di vivere nel quartiere più multiculturale che c'è, il decimo.
I viennesi sono spesso persone eleganti, colte e culturalmente stimolanti, che amano tantissimo l'Opera lirica e l'arte in generale. Frequentano musei e teatri, ma non perdono occasione di fare attività all’aria aperta
Nel mio lavoro ho avuto la fortuna di conoscere persone che non erano mai solo ‘clienti', sono diventate anche buoni amici. Una cosa che accomuna chi vive qui è questa straordinaria curiosità per le culture e le lingue straniere, che li rende inevitabilmente aperti, gentili e molto generosi.
È vero che tanti si lamentano molto, gli austriaci stessi dicono di essere un po' ‘scorbutici', ma è perché sono abituati ad avere tutto, a una vita dove ogni cosa è funzionale. Anche i miei figli che sono cresciuti qui hanno assunto un po' quest'attitudine.
Che cosa ti manca dell'Italia? Hai mai pensato di tornare o hai guardato alla tua scelta con rimpianto?
No, nessun rimpianto, però l'Italia mi manca tanto, sarei ipocrita se dicessi il contrario, e cerco di tornare spesso. E anche nel mio lavoro qui provo a metterci un po' della mia italianità.
Mi sono occupata di progetti Erasmus+ per adulti e ho seguito progetti di vacanze studio dove accompagnavo studenti nel nostro Paese, cercando di proporre posti meno conosciuti. Mi manca tanto il mare e sono molto legata ai miei ricordi da bambina.
A chi consiglieresti una città come Vienna?
Sai che è una città che si presta un po' a tutti? La si può vivere da lavoratore, ma anche da studente giovane se si ottiene una borsa di studio, come abbiamo fatto noi, o l'aiuto della famiglia per i primi mesi. Vienna è comunque una città cara, anche a causa dell'inflazione. I prezzi negli ultimi anni sono aumentati tantissimo.
Un giovane che arriva oggi trova una città sicuramente meno accessibile rispetto a quella che abbiamo trovato noi, ma Vienna è senza dubbio una città internazionale, dinamica, un'incubatrice di energia e idee nuove. Ci sono molte soluzioni, come gli studentati, e tanti progetti europei finanziati dalle università.
È una città ideale anche per le famiglie come noi, che abbiamo tre bambini e siamo una coppia ancora relativamente giovane. Per la mobilità, le piste ciclabili, i parchi, le scuole che funzionano e restano aperte fino alle 18 per i genitori che non possono permettersi di avere una baby sitter.
In conclusione, Vienna per me rimane sempre una città accogliente e vivace, capace di soddisfare le esigenze di chiunque decida di chiamarla ‘casa'.