“Da 12 anni vivo ad Hannover, è stato amore a prima vista. Mi manca l’Italia ma rifarei questa scelta”
Claudia ha 40 anni, è originaria di Nuoro, ma da 12 anni vive ad Hannover, in Germania. "La mia storia con questo Paese è iniziata tanto tempo fa, quando ero al liceo. Avevo 17 anni, ho fatto uno scambio culturale e ho frequentato un anno di scuola qui. Da quel momento è stato amore a prima vista", ha raccontato a Fanpage.it.
Dopo aver concluso gli studi universitari a Trento, Claudia ha deciso insieme al suo compagno dell'epoca, oggi suo marito, di trasferirsi definitivamente. "Qui abbiamo avuto tante opportunità. – spiega – Sono uscita presto di casa ma, come tutti i sardi, sono molto attaccata alla mia terra. Però ho sempre sentito anche il bisogno forte di vedere altro".
Quando hai deciso di trasferirti in Germania?
La mia storia con la Germania è iniziata tanto tempo fa, quando ero al liceo. Avevo 17 anni, ho fatto uno scambio culturale e ho frequentato un anno di scuola qui. Da lì è stato amore a prima vista.
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Poi sono rientrata in Italia, ho finito le scuole e l'università, ma ho sempre mantenuto forte il legale con questo Paese, tornavo spessissimo e ho continuato a studiare la lingua, ho preso tutte le certificazioni. Dopo la magistrale, visto che la situazione lavorativa in Italia non sarebbe stata delle migliori per noi, io e mio marito, che è portoghese, abbiamo deciso di trasferirci qui.
Abbiamo un po' tentato la fortuna, visto che nessuno dei due aveva un contratto di lavoro, all'epoca avevo trovato un tirocinio al Consolato di Hannover. Da qui è iniziata la vita vera e propria in Germania.
Quindi, vi siete spostati per questioni lavorative?
Sì, mio marito è ingegnere civile, io ho studiato Mediazione Linguistica ed Economia del Turismo. Ci siamo conosciuti a Trento, dove lui ha fatto l'Erasmus.
In Germania abbiamo iniziato un cammino nuovo. Dal tirocinio al Consolato, ho avuto diverse esperienze, sempre in ambito internazionale e dove erano richieste le lingue. Prima alla Fiera di Hannover, poi ho lavorato come product manager per un tour operator.
Ho avuto i nostri due figli e sono stata in maternità, anche per questo sono grata alla Germania perché mi ha dato la possibilità di stare tanto con loro e di poterli seguire bene. Ora lavoro nell'area commerciale di un'azienda e il mio team si occupa di Germania, Spagna e Italia.
Ho anche aperto una mia pagina Instagram dove parlo di lingua e cultura tedesca perché ho sempre avuto la passione per le lingue e per aiutare anche chi come me si sta trasferendo o vuole trasferirsi in Germania. Anche se è un Paese molto vicino, è profondamente diverso e voglio aiutare le persone non solo con il tedesco, ma anche a capire i processi per l'integrazione.
Cosa ti piace della vita lì?
Mi piace tanto il senso civico, il rispetto che le persone hanno per le cose comuni, raramente ho assistito ad atti di vandalismo. Della vita qui amo il fatto che ci sono spazi verdi ovunque, pure in città: si sta moltissimo all‘aria aperta, anche quando il tempo non é proprio dei migliori.
Un'altra cosa positiva è l'educazione dei bambini che sono abituati ad essere autonomi fin da piccoli. Giocano molto all‘aperto, ogni giorno, anche a scuola. Sono lasciati liberi di giocare e esplorare, sempre con attenzione, ma senza l‘ansia e la paura che si sporchino o si facciano male.
Cosa invece non ti piace?
La Germania mi ha dato davvero tantissime opportunità ma il mondo del lavoro non è semplicissimo, soprattutto per chi non conosce la lingua. Con l'inglese si può trovare un impiego nelle multinazionali, ma è difficile integrarsi veramente. I tedeschi poi hanno una burocrazia infinita e sono molto indietro dal punto di vista della digitalizzazione. Alcuni al lavoro usano ancora i fax!
Un'altra cosa che non mi piace è anche la poca flessibilità. Vivono per le regole e le seguono in un modo metodico, spesso poco logico. La regola esiste ma, in alcuni casi, esiste anche il buon senso, a volte gli manca.
Negli ultimi anni c'è stato un aumento dei prezzi delle case, quindi è abbastanza difficile trovare una soluzione nelle città. Non solo per il prezzo, ma anche perché le richieste che sono tante. E con la guerra in Ucraina l'inflazione si sta facendo sentire, visto che gli stipendi non sono cresciuti.
In media, rispetto all'Italia, si sta meglio e si può cominciare a guadagnare già da giovani. Gli affitti costano tanto in città e una persona che non ha uno stipendio altissimo, che guadagna sui 1500/1600 euro, fa fatica. Anche se il mercato del lavoro dà molte opportunità, ci sono posizioni aperte in tanti ambiti. E c'è mobilità, difficilmente vedo persone fare sempre lo stesso lavoro, c'è la possibilità di migliorare la propria posizione.
Come sono le persone?
Le persone sono tendenzialmente cordiali e cortesi. Qui al Nord, dove sono io, sono anche un po' più fredde ed è più difficile fare amicizia. Ma una volta che si riesce a stabilire un contatto, trovi amici sinceri e persone che ti aiutano in ogni modo.
E come ti trovi con il clima e il cibo?
Il clima è la cosa che soffro di più in assoluto, non tanto per il freddo, ma per la mancanza di luce e di sole in inverno. È una cosa che mi pesa tantissimo e alla quale non penso mi abituerò mai. Non vedo mai il cielo limpido come quello della Sardegna. Le giornate sono davvero corte e fa buio molto presto.
Con il cibo invece mi trovo bene perché qui c'è di tutto. Hanno un'alimentazione diversa ma sono anche molto aperti a tante tipologie di cibo e culture, ci sono tantissime alternative per vegetariani e vegani, anche al supermercato. Se si vuole cucinare italiano e reperire certi prodotti si pagano un po' di più, ma si trovano.
Qua al Nord non ci sono veri e propri piatti tipici, si mangiano tantissime patate e salsicce, i Bratwurst, così come il cavolo verde e molta carne di maiale. Al Sud invece ci sono gli spätzle e i knödel. La cucina di qui è un po' povera e forse è anche per questo che sono così aperti a quelle internazionali.
Ti manca la tua famiglia?
La mia famiglia mi ha sempre sostenuta in questa scelta, che è stata vista come un'opportunità per me e mio marito. Certo, la lontananza si sente e ho sempre pensato che con il passare del tempo la nostalgia sarebbe diminuita. Invece, non è facile pensare che i miei genitori invecchiano e i miei figli non possono stare tanto con i nonni.
Ma penso anche che lo stiamo facendo per loro, perché la Germania ci sta regalando una stabilità che in Italia non avremmo potuto avere o comunque non a questi livelli.
Anche se sono uscita presto di casa, quando sono andata a studiare a Trento, come tutti i sardi sono molto attaccata alla mia terra. Però io ho sempre sentito il bisogno forte di vedere altro e banalmente di avere la libertà di spostarmi senza avere il mare di mezzo.
E ti manca l'Italia?
Riesco a tornare due/tre volte l'anno, ma perché con mio marito ci dividiamo un po' tra Italia e Portogallo. Abbiamo entrambi un lavoro flessibile e quindi riusciamo a tornare un po' di più rispetto ai classici 30 giorni di ferie. Tante aziende qui propongono il lavoro ibrido per essere più competitive sul mercato.
L'Italia mi manca molto e devo dire che questa mancanza è tanto legata a quella per la mia famiglia. Però provo nostalgia anche per il calore delle persone, i rapporti più semplici e meno formali, per esempio, la chiacchiera con la cassiera al supermercato. Qui invece questo tipo di relazioni non esistono, sono tutti di corsa e un po' indaffarati.
Ho pensato di tornare in Italia, anzi, c'è stato un periodo in cui sarei davvero ritornata in Sardegna. Ma, a posteriori, credo che quella di rimanere sia stata la scelta giusta perché, come ho già detto, né in Italia, né in Portogallo, avremmo potuto avere la stabilità che abbiamo qui. Certo, è faticoso, ma diciamo che il gioco vale la candela.
Se siamo ancora qui è perché ci troviamo bene e pensiamo che sia il Paese dove per adesso vogliamo continuare a crescere i nostri figli e che possa dare loro tante opportunità. Poi, mai dire mai, in futuro è una cosa a cui potremmo pensare.
A chi è adatto un Paese come la Germania?
Sicuramente a persone che hanno una mentalità aperta, che sono pronte a confrontarsi con un modo di vivere e di pensare totalmente diverso, ad allontanarsi da quelli che sono i nostri schemi.
Bisogna essere persone curiose, che non si spaventano all'idea di imparare la lingua e che sono disposte ad investire nell'apprendimento. Sul tedesco infatti esistono un po' di pregiudizi e so che per tanti rappresenta un ostacolo.
Secondo me, il momento giusto per trasferirsi qui è quando si è giovani e non si ha la famiglia a carico. Perché poi le difficoltà, ovviamente, sono più grandi, sia dal punto di vista lavorativo che dal punto di vista burocratico.
Quando sei giovane e più "indipendente", puoi esplorare e capire cosa va bene per te senza avere la famiglia sulle spalle. Consiglierei quindi di farlo dopo l'università, se si sa già la lingua.