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Covid 19

Cuneo, medico positivo al covid lavora in ambulatorio: portato via dai carabinieri

Nonostante la positività al coronavirus riscontrata giovedì scorso, il giorno seguente il dottor Valter Borghino, 59 anni, medico di base di Villafalletto(Cuneo) ha continuato con le visite in ambulatorio fino alla tarda serata prima dell’arrivo dei carabinieri. Il medico si giustifica: “Un altro tampone aveva dato esito negativo”.
A cura di Davide Falcioni
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Nonostante sapesse di essere positivo al coronavirus ha continuato a lavorare, e quel che è ancor più grave è che il protagonista di questa storia è un dottore: Valter Borghino, 59 anni, medico di base di Villafalletto(Cuneo) ha continuato con le visite in ambulatorio fino alla tarda serata di venerdì scorso, più di 24 ore dopo aver ricevuto l'esito del tampone. Il sindaco – appena ha appreso della positività del medico – l’aveva caldamente invitato all’isolamento, ma quando saputo della violazione della quarantena non ha esitato a inviare i carabinieri a bloccare l’attività di Borghino. “Da parte mia – ha spiegato il primo cittadino Giuseppe Sarcinelli – mi sono visto costretto a intervenire, in qualità di autorità sanitaria locale. Gli ho scritto venerdì, chiedendogli di rimanere a casa e osservare l’isolamento. Ho dovuto ordinargli di abbandonare l’ambulatorio e far sostituire le chiavi per tutelare la salute dei cittadini. Ciò nonostante, si è resa necessaria una seconda ingiunzione, perché ha continuato a uscire. Rivolgo un appello a chiunque sia entrato in contatto con il dottor Borghino a contattare l’Asl per evitare la diffusione del contagio”.

Dal canto suo, il medico si è difeso sostenendo di non essere certo di aver contratto il Covid-19. “Dopo il tampone positivo di Savigliano, teoricamente avrei dovuto interrompere, ma poche ore più tardi ho fatto un test sierologico, negativo, e un tampone al Santa Croce di Cuneo, anche quello negativo. Ero asintomatico – anche ora sto bene -, non ero sicuro di cosa mi fosse successo, per cui ho continuato l’attività fino alle 19 di venerdì, quando sono arrivati i carabinieri e mi hanno detto di smettere. Quel giorno ho incontrato pochi pazienti e sempre nel rispetto dei dispositivi di sicurezza”.

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