Cugine morte in incidente su A28, l’Assicurazione propone risarcimento di 30mila euro: “Vergogna”
Trentamila euro. È questa la cifra proposta della compagnia assicurativa del suv che ha travolto e ucciso Sara Rozzotto. L'incidente si è verificato l'anno scorso sull'A28 a Pordenone: nell'auto nella quale viaggiava la 26enne c'erano anche le sue due figlie, che sono sopravvissute, e la cugina Jessica Fragasso, morta anche lei.
"Una cifra vergognosa e inaccettabile – commenta il legale dei parenti della vittima Alessandra Nava. – Faremo una segnalazione all'Isvap, l'istituto per la vigilanza sulle assicurazioni".
L'offerta risarcitoria è stata comunicata qualche giorno fa informalmente al telefono alla penalista, legale del padre e dei nonni di Sara per i quali sarebbero stati stanziati in tutto non più di 40 mila euro. "È una mancanza di rispetto per quello che è successo e di assoluta assenza di tatto – ha aggiunto Nava -. Tutta la vicenda presenta dei contorni assurdi, a cominciare dalle difficoltà di comunicazione sulle quali la compagnia di assicurazioni, che è straniera, ha cercato di giocare. La liquidazione proposta peraltro non ci è stata comunicata ufficialmente ma nel corso di una telefonata".
La legale ha aggiunto precisando che "ora non ci resta che la speranza di non dovere procedere con una citazione civile: il fatto che la compagnia non abbia la sede in Italia (per quanto abbia, nel nostro Paese, uffici di rappresentanza di cui uno a Trieste e l’altro a Treviso) renderebbe tutto il procedimento lungo, tortuoso e inutilmente faticoso per una famiglia già prostrata dal dolore".
Era il 30 gennaio scorso quando l'auto su cui viaggiavano le due cugine, Jessica, 20 anni, residente a Mareno di Piave, e Sara Rizzotto, di 26, di Conegliano, con le due bambine di quest'ultima, è stata tamponata violentemente tanto che si è rovesciata da un Suv a 180 all'ora sull'A28 tra le località di Villotta di Chions e Azzano Decimo.
Il conducente della vettura, un imprenditore bulgaro di 61 anni, risultato positivo all'alcol test, è uscito indenne dal mezzo ed è scappato per le campagne. Il mezzo non era intestato a lui ma a un amico. L'uomo, accusato di omicidio stradale aggravato dall'omissione di soccorso e fuga dal luogo dell'incidente, è stato già condannato dal Gup del Tribunale di Pordenone a 7 anni di reclusione. Una sentenza che ha tenuto conto della scelta del rito abbreviato. L'appello è fissato per il prossimo 26 aprile.