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Covid 19

Cts: “Zona rossa automatica con 250 contagi ogni 100mila abitanti ma no a lockdown”

Dopo l’ultima riunione di ieri, gli scienziati del Comitato tecnico scientifico hanno confermato la “grande preoccupazione” per l’evoluzione della pandemia in Italia e consigliato all’Esecutivo ulteriori misure di contenimento per arrivare a una “riduzione delle interazioni fisiche e della mobilità” anche se non è stata avanzata alcuna ipotesi di lockdown.
A cura di Antonio Palma
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Una zona rossa automatica quando si superano i 250 contagi ogni 100mila abitanti ma nessun lockdown totale a livello nazionale, sono queste le indicazioni fornite al governo dal Comitato tecnico scientifico nell'ultimo report per cercare di arginare la nuova impennata di casi di coronavirus e di ricoveri covid che sta mandando in tilt i sistemi sanitari in molte regioni italiane. Dopo l'ultima riunione di ieri, gli scienziati hanno confermato la "grande preoccupazione" per l'evoluzione della pandemia in Italia e consigliato all'Esecutivo l'immediata adozione di ulteriori misure di contenimento con norme più stringenti in tutto il Paese per arrivare a una "riduzione delle interazioni fisiche e della mobilità" anche se non è stata avanzata alcuna ipotesi di lockdown.

Innalzare misure anti contagio in tutta Italia

Per gli esperti del comitato tecnico scientifico serve dunque un "innalzamento delle misure" anti contagio  "su tutto il territorio nazionale" anche se, sottolineano fonti del Cts, “non è stato suggerito al governo alcun lockdown”. Secondo quanto messo a verbale, per evitare il lockdown però servono misure più dure di quelle attuali come appunto un automatismo che porti alla zona rossa i territori in cui viene superata la soglia dei 250 contagi per 100mila abitanti. Per queste zone invece, secondo l'ultimo dpcm covid entrato  in vigore oggi, al momento spetta  ai governatori regionali la possibilità di decidere se attuare o meno la zona rossa. Per il Cts il cambio colore invece non dovrebbe essere facoltativo.

Misure anti covid più tempestive e su numeri aggiornati

Non solo, secondo il Cts è auspicabile chiudere tutte le attività non necessarie dove vengono chiuse le scuole per evitare un effetto riscontrato in queste settimane e cioè assembramenti nei luoghi di ritrovo dei giovani. Per gli esperti chiudere la scuola ha un senso solo se si sospendono anche le altre attività per evitare che i giovani possano ritrovarsi nei centri commerciali o nei luoghi della movida. Un altro aspetto sottolineato dal Cts anche alla luce dei monitoraggi dell'Iss, che indicano ora un indice del contagi in netta risalita oltre la soglia di 1, è la necessità di agire con maggiore tempestività nei territori colpiti dai focolai covid  e dunque di prendere decisioni sulla base di numeri più aggiornati.

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