Crollo Ponte Morandi. La famiglia: “Siamo vivi solo perché non abbiamo superato quel camion Basko”
Un camioncino verde e azzurro fermo a pochi metri dal luogo in cui il Ponte Morandi di Genova è crollato, martedì mattina, inghiottendo decine di automobili e furgoni e causando la morte di 38 persone. La foto di quel camioncino è una di quelle "simbolo" di una tragedia che ha sconvolto l'Italia: dietro a quel veicolo viaggiava l'automobile con una famiglia di Mondovì diretta a Ceriale, in provincia di Savona, per una giornata al mare. A bordo Alfio, sua moglie Agnese e Andrea, il figlio di due anni: la famiglia, viste le condizioni meteo non ottimali, aveva deciso di dirigersi all'acquario di Genova, ma senza nessuna fretta. Coì, quando si sono trovati davanti il camioncino azzurro e verde con la scritta Basko, hanno pazientato senza sorpasarlo: "Non è il caso di superare il furgone. C’è una lunga coda: aspettiamo. Arriveremo un po’ più tardi, ma non importa: siamo in vacanza", ha detto Alfio alla moglie.
Il resto l'ha raccontato Agnese stessa al quotidiano locale L’Unione Monregalese: "A un tratto abbiamo visto il furgone davanti a noi rallentare e frenare di colpo, poi ha ingranato la retromarcia. Pioveva a dirotto, si vedeva poco. Non capivo cosa stava accadendo. Poi mio marito ha sentito l’asfalto che tremava e mi ha detto: ‘Sta crollando il ponte!'. Io ho guardato fuori dal finestrino e ho visto i tiranti che si sganciavano. In quell’istante non so cosa ho pensato. Non c’era spazio per fare retromarcia. Ho staccato il bambino dal seggiolino e ci siamo messi a correre".
Agnese e Alfio hanno afferrato il piccolo Andrea e sono scappati senza pensare ai bagagli né a tutto il resto: "Siamo scappati senza guardarci indietro. Mio marito ha bussato ai vetri delle altre auto, avvisando la gente di scappare perché aveva paura che non si rendessero conto della situazione. La pioggia era fortissima e impediva di vedere cosa stava succedendo attorno. Era terribile. Io sono corsa, con nostro figlio in braccio, verso la galleria: c’era gente sotto shock. Per fortuna il bambino stava dormendo e non ha capito, non si è spaventato, ma ho visto bambini che guardavano il ponte che non c’era più, terrorizzati".