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Crollo ponte Morandi a Genova

Crollo Ponte Morandi, i tecnici della Procura: “Negli stralli meno cavi rispetto al progetto”

Gli ingegneri Piergiorgio Malerba e Renato Buratti, consulenti della Procura, hanno prodotto un report dal quale risulterebbe una differenza sostanziale tra i materiali previsti nel progetto iniziale dell’infrastruttura e quelli effettivamente utilizzati in fase costruttiva.
A cura di Davide Falcioni
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L'inchiesta sul crollo del Ponte Morandi di Genova potrebbe essere arrivata a una svolta decisiva: gli ingegneri Piergiorgio Malerba e Renato Buratti, consulenti della Procura, hanno prodotto un nuovo report dal quale risulterebbe una differenza importante tra i materiali previsti nel progetto iniziale dell'infrastruttura e quelli effettivamente utilizzati in fase costruttiva. In particolare, secondo quanto riportato stamattina dal Secolo XIX, sarebbero stati utilizzati negli stralli del ponte meno cavi del previsto e vi sarebbe "un’assenza talmente diffusa di guaine protettive di quegli stessi cavi, in determinati punti, tale da far presumere un deterioramento completo", spiega il quotidiano ligure. Secondo i consulenti della Procura di Genova, quindi, ci sarebbero differenza sostanziali tra il progetto originario e quello effettivamente realizzato: differenze proprio nella costruzione degli stralli, gli elementi che avrebbero ceduto la mattina del 14 agosto causando la morte di 43 persone.

Ad avanzare per primi l'ipotesi era stata nelle scorse settimane proprio Autostrade per l'Italia, che a questo punto dovrà però spiegare come mai, se sapeva di così evidenti falle costruttive, non ha chiuso il ponto o preso adeguati provvedimenti per la sua messa in sicurezza. Di certo ci sarebbe che gli ingegneri Piergiorgio Malerba e Renato Buratti sarebbero giunti a questa conclusione solo negli ultimi giorni, dopo un’ispezione effettuata sulle prime macerie raccolte e depositate in un hangar di via Perlasca, non lontano dal luogo del crollo. All'esame, che andrà comunque ulteriormente approfondito, hanno preso parte i due periti della Procura, i pubblici ministeri Walter Cotugno, Paolo D’Ovidio e Massimo Terrile, e i militari del primo gruppo della Guardia di Finanza, coordinati dal colonnello Ivan Bixio e dal capo del nucleo operativo Giampaolo Lo Turco. Stando ai primi accertamenti emergerebbero "difetti strutturali evidenti" e una quantità di acciaio inferiore a quella prevista dal progetto iniziale. Naturalmente allo stato attuale si tratta solo di un'ipotesi che andrà approfondita nel prosieguo dell'inchiesta.

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