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Crollo ponte Morandi a Genova

Crollo ponte Morandi Genova: i lavori di demolizione al via i primi giorni di settembre

La demolizione del Ponte Morandi a Genova dovrebbe cominciare i primi di settembre, secondo quanto annunciato dal sottosegretario alle Infrastrutture e ai Trasporti Edoardo Rixi. Quanto alla tecnica che verrà usata, sembra si andrà verso “un mix tra l’utilizzo di microcariche esplosive e smontaggio”.
A cura di Susanna Picone
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Dopo l’interruzione forzata causata dall’allerta meteo riprendono a Genova i lavori per la bonifica dei detriti del crollo di ponte Morandi nel letto del torrente Polcevera e si torna a discutere dei tempi per la demolizione di ciò che resta del viadotto. Autostrade dovrebbe fornire entro la prossima settimana un piano per l’abbattimento, ma nel frattempo il sottosegretario alle Infrastrutture e ai trasporti, Edoardo Rixi, ha fornito una data per quanto riguarda lo smantellamento di quel che resta del ponte Morandi. A suo dire, entro i primi di settembre potrebbe iniziare la demolizione del viadotto. Per quanto riguarda i tempi che l’operazione comporterà, Rixi ha spiegato che dipende dalla tecnica che verrà usata e da quanti cantieri in contemporanea riusciranno ad aprire. “Penso comunque – ha aggiunto il sottosegretario – che si vada verso un mix tra l’utilizzo di microcariche esplosive e smontaggio”.

In un anno un nuovo ponte – “La prima fase – ha spiegato Rixi – sarà comunque quella dell’alleggerimento della parte a levante del viadotto, che è quella più a rischio crollo, eliminando la struttura di collegamento con i piloni rimasti in piedi. Sulla parte a ponente dobbiamo tener conto e coinvolgere Ansaldo Energia, che insiste sull’area, e poi liberare le linee ferroviarie. Se nel giro di 10-15 giorni non iniziamo la demolizione, blocchiamo la ripresa delle linee e questo avrebbe un impatto durissimo sul sistema economico”. Il tempo della ricostruzione è legato a quello della demolizione. Rixi ha spiegato ancora: “L’obiettivo è agire in tempi piuttosto rapidi, procedendo con più cantieri contemporaneamente. In particolare la parte ovest, può essere aggredita in più punti in contemporanea. Questo consentirebbe di accelerare i lavori di demolizione, il che è funzionale anche alla ricostruzione, perché in un anno e qualche mese vogliamo sia pronto il nuovo ponte. Vogliamo che sia ricostruito senza riutilizzare nulla della struttura precedente”.

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