Crollo ponte Genova, il dramma dei 700 sfollati: “Aiutateci a prendere le nostre medicine”
Mentre proseguono senza sosta le operazioni di recupero di eventuali superstiti dalla macerie del ponte Morandi di Genova, crollato improvvisamente nella giornata di martedì 14 agosto, oltre al dolore dei familiari delle vittime accertate e dei dispersi, c'è anche un altro dramma. Quello dei quasi 700 sfollati, 664 per la precisione, costretti ad abbandonare le proprie case che si trovano in prossimità del viadotto e che sono a rischio per possibili ulteriori cedimenti. Sono più di 300 le famiglie evacuate, le cui abitazioni, come ha confermato il sindaco della città ligure, Marco Bucci, saranno quasi sicuramente demolite. Le strutture portanti del ponte collassato, infatti, insistevano su un'area urbanizzata. E ora il pilone rimasto in piedi sopra agli edifici potrebbe crollare da un momento all'altro.
Per questo motivo agli sfollati è stato vietato di rientrare nelle loro abitazioni per prendere effetti personali. "Ho seri dubbi – ha dichiarato il primo cittadino di Genova – che le case sotto il ponte possano essere mantenute, sarà difficile. Quelle case non si possono salvare perché sono sotto un ponte che ha buone possibilità di essere abbattuto. Avremo cura degli sfollati, il che è la priorità numero uno". Le persone che sono state evacuate hanno trovato accoglienza da amici e parenti altri sono stati ospitati in alberghi e palestre. Drammatiche sono alcune delle loro testimonianze, raccolte dall'Ansa. "Mio suocero – ha detto una donna – ha necessità di medicine che sono difficili da reperire soprattutto in questo periodo festivo. È anziano e con gravi problemi di salute e le sue medicine sono rimaste in casa". Sono proprio i vigili del fuoco che entrano nelle case a rischio crollo per prendere materiali urgenti e oggetti di prima necessità. "Non ci credo ancora che posso tornare in casa mia, avrò a disposizione 10 minuti per prendere le cose dalla mia abitazione e metterle in valigia", ha detto un'altra ai microfoni di Fanpage.it.
Il vicepremier Matteo Salvini ha intanto fatto sapere che "entro la fine di quest'anno ridaremo una casa nuova a tutti". Il ministro dell'Interno ha anche ribadito che "c'è in corso un enorme lavoro tra Comune, Regione e governo per studiare una viabilità alternativa in vista dei rientri. Genova deve avere il diritto di vivere come e più di prima". Anche il premier Conte ha sottolineato che "non ci dimenticheremo degli sfollati".