Crollo Genova, i Benetton rompono il silenzio: “Abbiamo finora taciuto per rispetto”
"Dalle nostre parti il silenzio è considerato segno di rispetto. Edizione, la nostra holding, ha parlato meno di 48 ore dopo la tragedia, a voce bassa è vero, perché la discrezione fa parte della nostra cultura”. Gilberto Benetton, fondatore del Gruppo Benetton, ha rilasciato al Corriere della Sera la sua prima intervista a tre settimane dal crollo del ponte Morandi di Genova. I Benetton sono stati accusati già all’indomani del dramma del 14 agosto scorso di aver dimostrato scarsa umanità a causa di alcuni comunicati stampa, incentrati più su questioni economiche e tecniche che sul dolore per le vittime e sulla vicinanza ai loro cari. Gilberto Benetton evidenzia come la propria holding ha rivolto “con parole chiare e inequivocabili un pensiero di cordoglio alle famiglie delle vittime e la propria vicinanza ai feriti e a tutti coloro che sono stati coinvolti in questo disastro. Con altrettanta fermezza – prosegue – abbiamo dichiarato che verrà fatto tutto ciò che è in nostro potere per favorire l'accertamento della verità e delle responsabilità dell'accaduto. Forse non siamo stati sentiti”
“Il disastro di Genova deve essere per noi come azionisti un monito perenne, anche se terribile e per sempre angoscioso nei nostri cuori, a non abbassare mai la guardia e continuare a spingere il management, che ha la responsabilità della gestione, a fare sempre di più e di meglio, nell’interesse di tutti, e ripeto tutti”, prosegue nell’intervista al Corsera. “Se nel caso di Autostrade sono stati commessi degli errori, quando si sarà accertato compiutamente l’accaduto verranno prese le decisioni che sarà giusto prendere”, risponde l’imprenditore alla domanda se crede che da parte di Autostrade per l’Italia siano stati commessi errori. Benetton conferma peraltro la propria fiducia nei confronti del management della società.
“Sinceramente non è mia abitudine rispondere a insinuazioni”, replica Gilberto Benetton. “Ma è vero, tutta la famiglia il 15 agosto si è riunita a casa di mia sorella Giuliana, come abbiamo sempre fatto negli ultimi trenta anni, questa volta stretti assieme per ricordare nostro fratello Carlo, il fratello più giovane, scomparso meno di un mese prima”.
Gilberto Benetton racconta poi dove si trovava il giorno del disastro di Genova. “Ero in vacanza, come credo la maggior parte degli Italiani. Ad un tratto il dramma, e tutto è cambiato: anche per noi sono iniziati giorni di sofferenza e di cordoglio. Siamo stati costantemente vicini, nel ruolo di azionisti, alle decisioni prese dai manager di Autostrade per l’Italia, e al lavoro che loro hanno svolto per iniziare a capire ciò che era successo e per mettere a punto i primi interventi e i primi aiuti alla città di Genova, interventi che continuano con grande determinazione e per affrontare le difficoltà che i cittadini della città continuano a vivere”, spiega.